Una Corte australiana ha dato a Kazaa termine sino al prossimo 5 dicembre per filtrare il contenuti illeciti dal proprio sistema o, in alternativa, chiudere definitivamente i battenti.
Sharman Newoerks l’azienda proprietaria del sistema ha dichiarato che non è in grado di controllare le azioni dei più di cento milioni di utenti del proprio software di condivisione.
John Kennedy Presidente di IFPI ha dichiarato che è ora che servizi come Kazaa ridisegnino le proprie caratteristiche consentendo la condivisione lecita dei contenuti oppure abbandonino il mercato in favore di aziende che offrono servizi perfettamente legali.
La redazione (Raimondo Bellantoni)