La Camera ha licenziato ieri il decreto Urbani sul rifinanziamento del cinema e sul contrasto della pirateria audiovisiva e su Internet (si vedano i verbali delle sedute pubblicati).
I sì sono stati 221, 12 i no, 175 gli astenuti. In particolare si è astenuto tutto il centrosinistra tranne Rifondazione comunista e Verdi che hanno votato contro. Il testo ora va all’esame del Senato.
In mattinata, a sorpresa, il governo era stato battuto su un emendamento presentato da Verdi e sinistra Ds, sul quale l’esecutivo aveva espresso voto contrario. L’emendamento ha cancellato il comma 7 dell’art. 1 ovvero l’obbligo per i provider di denunciare all’autorita’ giudiziaria quegli utenti che, scaricando dalla rete, compiono un’infrazione.
Dure le reazioni della FIMI: “Dal Governo ed opposizione altri regali ai service provider che di contenuti non producono nulla. Dopo le norme per incentivare decoder e banda larga alle società di telecomunicazione si toglie anche la responsabilità per le attività illecite. Governo e opposizione pensano sempre ai contenitori e mai ai contenuti: le idee circolano perchè c’è chi crea e non perchè si favorisce l’Adsl, altrimenti chi avrà interesse a produrre opere dell’ìngegno in futuro se tutti possono scaricare la musica pirata”.
Simile la posizione di Paolo Protti, responsabile del coordinamento cinema dell’Agis: “Apprezzo l’approvazione del decreto Urbani, ma di fronte alla eliminazione dell’intero comma 7 dell’art.1, con la conseguente deresponsabilizzazione dei provider, rimango sconcertato dall’esultanza dell’opposizione che per celebrare la ’45a vittoria sul governo’ rinuncia alla difesa di principi elementari a tutela delle opere culturali favorendo una posizione che più che consentire la circolazione delle idee da’ spazio alla deresponsabilizzazione di chi opera in un settore della comunicazione e alla diffusione del principio della legalità individuale.
Rimango altrettanto sconcertato dalla sottovalutazione della maggioranza che non ha seguito con il dovuto impegno un provvedimento importante per il nostro settore. Ultimo dato sconcertante l’assenza in questo dibattito della voce della SIAE, cioè dell’ente preposto alla tutela del diritto d’autore. In questo contesto di disattenzione generale su problemi specifici della cultura e del cinema” conclude Protti “non si può considerare casuale l’assenza di provvedimenti per la promozione del settore, promozione che avrebbe ricaduta positiva non solo sulle aziende e sui lavoratori, ma soprattutto sugli spettatori e tutti i consumatori”.
La redazione