La BPI la spunta sui file-sharers

La British Phonographic Industry ha vinto una battaglia significativa contro i cittadini britannici che utilizzano in modo indebito i canali del peer-to-peer.
L’Alta Corte di Giustizia ha infatti decretato lo scorso giovedì che gli Internet Service Provider sono obbligati a svelare l’identità di coloro che siano accusati di scaricare dai suddetti canali opere dell’ingegno protette da copyright.
La decisione ha fatto seguito all’annuncio fatto la settimana scorsa dalla stessa BPI, in concomitanza con l’IFPI (l’International Federation of the Phonographic Industry), di voler procedere con legalmente contro 28 cittadini britannici accusati di aver utilizzato KaZaa ed eDonkey per scaricarsi file musicali senza averli pagati. Ora BPI e IFPI hanno ottenuto di poter identificare questi stessi utenti, ed agli ISP sono stati concessi 14 giorni per fornire le informazioni richieste loro.
Una volta venuti a conoscenza dei nomi degli accusati, i due gruppi procederanno ad informare gli stessi delle accuse che gli stanno muovendo e daranno loro l’opportunità di pervenire ad una soluzione stragiudiziale.
Finora gli utenti dei canali peer-to-peer citati in giudizio sono più di 5.700 negli Stati Uniti d’America, ed altri 650 Gran Bretagna, Austria, Danimarca, Germania, Francia ed Italia.

La redazione (Alessandro di Francia)

Su Giovanni d'Ammassa

Avvocato con studio in Milano dal 1997, coltiva sin dall'Università lo studio e l’insegnamento del diritto d’autore. Fonda Diritttodautore.it nel 1999. Appassionato chitarrista e runner.

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