La scorsa settimana la Cina ha ufficialmente promesso agli Stati Uniti d’America che darà una svolta significativa alla lotta alla pirateria di beni e prodotti americani, piaga che a tutt’oggi genera un traffico che costa miliardi di dollari alle industrie statunitensi.
All’incontro bilaterale con i segretari dell’amministrazione Bush, il vice Primo Ministro Wu Yi ha anche promesso che saranno prese altre azioni affinché alle aziende americane risulti più facile fare affari con quelle cinesi.
Le richieste più forti sollevate all’incontro bilaterale della scorsa settimana comunque sono venute dalle industrie della proprietà intellettuale; la più rilevante quella per cui è indispensabile che la Cina s’impegni ad abbassare la soglia delle violazioni del copyright ed a citare in giudizio i rei con maggior solerzia di quanta dimostrata finora.
Il Consiglio di Stato cinese ha confermato che il mercato di beni e prodotti contraffatti si aggira su cifre che vanno dai $19 miliardi ai $24 miliardi l’anno. I prodotti americani che soffrono come diretta conseguenza di questo mercato clandestino vanno dai film alla musica, dal software alla IT, fino ai prodotti farmaceutici ed ai ricambi per auto.
Wu ha anche reso noto che il suo paese è pronto ad importare beni e prodotti legittimi quali film e musica dagli Stati Uniti al fine di ridurre la richiesta di questi stessi beni piratati, e ad incoraggiare i governi regionali a comprare software non piratato, piuttosto che usare copie di illecita provenienza.
La Cina intende rendere pubblico il trattato bilaterale entro il primo luglio ‘ sei mesi in anticipo sulle previsioni ‘ così da poter permettere quanto prima alle ditte e società statunitensi di importare ed esportare in Cina senza il bisogno di ricorrere ad intermediari.
La redazione (Alessandro di Francia)