E’ questa la richiesta che gli Stati Uniti hanno rivolto alla Cina la scorsa settimana. Se ne è fatto portavoce il segretario al Ministero per il commercio Don Evans, dopo una vista nel paese durata quattro giorni.
“Occorre fare maggiori sforzi, ed occorre impiegare molte più risorse al fine di proteggere i diritti di proprietà intellettuale qui in Cina”, ha riferito ai giornalisti lo stesso Evans al termine di una visita ad una fabbrica alla periferia di Pechino. Si tratterebbe di intervenire con più solerzia a livello di province e di città , ha aggiunto il segretario, a due mesi dalla promessa fattagli a Washington dal vice Premier Wu Yi durante i primi meeting bilaterali sul problema del furto di proprietà intellettuale (si veda “La Cina si impegna a dare un segnale forte in materia di pirateria”, news pubblicata su questo sito il 29/04/2004), un problema che ora per la presidenza Bush rappresenta un importante problema da risolvere in vista delle elezioni presidenziali.
Lo stesso Consiglio di Stato cinese ha stimato che il valore globale del mercato dei beni contraffatti nel paese si può calcolare in una cifra che va dai 19 ai 24 miliardi di dollari l’anno. E gli Stati Uniti d’America risultano colpiti sui più svariati tipi di prodotti, dai film alla musica, dal publishing al software, dall’IT fino ai prodotti farmaceutici ed ai ricambi per automobili.
La redazione (Alessandro di Francia)