La proposta della Commissione per una direttiva europea sulla brevettabilità del software sarà presto discussa dal Parlamento Europeo.
Il modo degli attivisti (si pensi al movimento no-gobal di Porto Alegre) vede la brevettabilità del software al pari del voler brevettare gli esseri viventi o gli organismi geneticamente modificati.
Per loro così come per i Verdi, tale proposta minaccia l’idea stessa di software libero.
La direttiva ha come obiettivo l’armonizzazione delle procedure degli Stati Membri e permetterebbe alle società di brevettare i software resi pubblici, come nel caso degli Stati Uniti.
Secondo chi si oppone alla adozione della Direttiva, l’obbligo a brevettare gli algoritmi costringerebbe tutte le società a controllare tutti gli algoritmi presenti nei loro software e provare la proprietà di tali algoritmi o contestarne l’utilizzo non autorizzato ad altre aziende.
Il pericolo sarebbe costituito dal fatto che i costi legati a una operazione di controllo di tale tipo, non farebbero che accentuare le tendenze monopolistiche del settore.
La redazione (RB)