L’industria discografica britannica si aggiudica un primo round giudiziale e un cospicuo risarcimento danni, con la condanna di alcuni “swappers” di file musicali tramite sistemi P2P.
L’Alta Corte britannica ha infatto condannato due persone, su cinque convenute in causa, accusate di aver reso disponibili 8.906 canzoni via Internet. I cinque avevano rifiutato un accordo più volte proposto dalla BPI (British Phonographic Industry), l’associazione britannica dei discografici.
La decisione è la prima in assoluto in Gran Bretagna. La BPI ha ottenuto un pagamento immediato di 5.000 sterline dal primo condannato, oltre a un totale di costi di causa che si ritiene essere attorno a 13.500 sterline, più i danni che deveono essere ancora quantificati.
Il secondo convenuto è stato condannato al pagamento immediato di 1.500 sterline. Si era difeso dichiarando di non essere stato cosciente di aver commesso qualcosa di illegale: il giudice Lawrence Collins ha dichiarato “l’ignoranza non è una difesa”.
BPI in precedenza aveva già transato 139 casi. Altri 51 sono in attesa di definizione.
La redazione