Alcune precisazioni in merito alla recente sentenza canadese in materia di P2P

La recente sentenza di una Corte canadese relativa alla possibilità per le major di ottenere i nomi di coloro i quali diffondo illegalmente i file musicali in Rete è stata salutata con gioia dai sostenitori dei sistemi P2P, ma anche le major hanno espresso la propria soddisfazione per una sentenza che ritengono comunque un passo importante nella tutela dei propri interessi.
Infatti il Canada è stato sino a oggi visto come un’isola felice per gli utenti dei sistemi P2P, ma la sentenza è destinata a mutare l’odierna situazione.
Infatti La Corte d’Appello chiamata a decidere in merito alla richiesta di CRIA, l’associazione dei discografici canadesi, che intendeva ottenere dagli Internet service provider i nomi di 29 individui accusati di avere condiviso una grande quantità di file musicali (43.541 brani) attraverso la Rete, ha respinto questa richiesta, ma non in modo tassativo.
Infatti è da sottolineare come la Corte non abbia respinto in assoluto la possibilità di accedere ai nominativi di chi diffonde illegalmente contenuti in Rete, ma abbia solo ritenuto che le prove presentate da CRIA non fossero sufficienti ad autorizzare una siffatta azione.

La redazione (Raimondo Bellantoni)

Su Giovanni d'Ammassa

Avvocato con studio in Milano dal 1997, coltiva sin dall'Università lo studio e l’insegnamento del diritto d’autore. Fonda Diritttodautore.it nel 1999. Appassionato chitarrista e runner.

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