Il Consiglio dei Ministri n. 141 del 16 gennaio 2004 ha approvato, su proposta del Ministro per i beni e le attività culturali, Urbani, il decreto legislativo che rinnova profondamente le disposizioni sulla cinematografia, in attuazione della delega conferita dalla legge n. 137 del 2002.
Le nuove norme riordinano e coordinano un quadro normativo frammentato in un sistema unitario e coerente, conseguito attraverso una energica operazione di razionalizzazione delle procedure, con il fine primario di favorire le politiche pubbliche nel settore e la gestione delle risorse assegnate.
Viene in particolare semplificata la procedura di finanziamento ai film: una sola commissione per la cinematografia composta da varie sezioni, in luogo delle due precedentemente previste, valuterà la qualità artistica in relazione ai diversi generi cinematografici, la qualità tecnica, la coerenza con il progetto, l’interesse culturale.
Il finanziamento sarà assegnato (fino ad un massimo del 50%) sulla base di parametri definiti che tengano conto anche dei risultati artistici ottenuti dal regista, dallo sceneggiatore, dal cast, dai tecnici qualificati.
Viene istituita la Consulta territoriale per le attività cinematografiche, composta anche da rappresentanti regionali, che avrà fra l’altro compiti di consulenza al Ministro.
Previste nuove disposizioni per le attività di produzione, di distribuzione, di esercizio e delle industrie tecniche, nonché particolari misure di promozione ed incentivazione.
Sui provvedimenti proposti dal Ministro Urbani si sono espresse favorevolmente la Conferenza unificata e le Commissioni parlamentari competenti.
Il Consiglio ha anche approvato il decreto legislativo che riforma i compiti e l’organizzazione della Fondazione ‘Centro sperimentale di cinematografia’ ripristinandone l’originale denominazione.
Queste le linee portanti della riforma: la Fondazione diviene centro di eccellenza per la formazione e la ricerca sperimentale nel settore cinematografico ed audiovisivo; vengono individuate le due specifiche missioni della Fondazione: formazione delle professionalità cinematografiche (Scuola nazionale di cinema) e raccolta e conservazione culturale cinematografica (Cineteca nazionale); vengono riordinati gli organi collegiali e le loro attribuzioni al fine di massimizzarne l’efficacia; la Fondazione viene “aperta” (anche sotto il profilo gestionale) ad altri soggetti finanziatori che contribuiscono anche a definirne gli indirizzi generali.
La redazione