Il settore tessile statunitense ha espresso forte preoccupazione in merito al fenomeno della illecita riproduzione dei beni statunitensi a opera di aziende asiatiche, le quali immettono nel mercato prodotti contraffatti, o che sono comunque pedisseque copie degli originali (anche se con marchi diversi), a prezzi decisamente inferiori rispetto alle aziende produttrici del bene originale.
Rappresentanti dell’industria tessile statunitense hanno dichiarato che la violazione di copyright crea ogni anno un danno al settore pari a 100 milioni di dollari, e che quindi il danno non investe solo il settore dell’entertainment e dell’IT, ma anche comparti industriali più tradizionali.
Uno dei Paesi maggiormente sotto accusa per la realizzazione di prodotti che violano il copyright è la Cina, la cui massiccia attività di esportazione verso gli Stati Uniti rende molto difficile l’individuazione dei prodotti contraffatti.
La speranza dei produttori è che l’ inserimento della Cina nell’ordine economico mondiale porti la stessa fronteggiare con maggiore efficacia il problema.
La redazione (Raimondo Bellantoni)