Il Consiglio degli Stati, camera alta svizzera che rappresenta i Cantoni, ha deciso per il momento di non recepire nel diritto interno, nel corso della riforma del diritto d’autore, il principio dell’equo compenso agli editori, di cui all’art. 15 (ex art. 13) della direttiva europea copyright.
L’articolo in parola è quello che stabilisce che gli aggregatori di notizie (ad es. google news) siano tenuti a stipulare accordi di licenza con gli editori, affinché parte dei proventi da questi ultimi percepiti per l’utilizzo delle pubblicazioni di carattere giornalistico vada agli autori stessi.
Il parlamento svizzero ha in particolar modo ritenuto che l’equo compenso possa rivelarsi controproducente, perché i grandi players potrebbero decidere di boicottare i giornali, attraverso l’utilizzo di specifici algoritmi sul web.
Le piattaforme potrebbero infatti, facendo ricorso per esempio a dei robot, rendere più difficile la ricerca di certi contenuti sul web, e ciò a spese degli editori.
Si è quindi deciso di attendere e monitorare gli sviluppi della situazione in seno all’Unione Europea.
La Svizzera ovviamente non è obbligata a recepire la direttiva copyright, perché non fa parte della Unione Europea.
Infatti, avendo ritirato la domanda presentata nel 1992 per la contrarietà espressa dai cittadini elvetici in seguito a referendum, è legata alla Comunità Europea da accordi bilaterali che le consentono di tutelare solo gli interessi più rilevanti per il diritto interno.
Per approfondimenti: https://www.parlament.ch/it/services/news/Pagine/2019/20190604112951311194158159041_bsi076.aspx
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