Sono stati diffusi i risultati di una ricerca condotta da IDC in merito alla attuale impatto della pirateria sul settore del software.
Lo studio, commissionato da Business Software Alliance, ha evidenziato come il 35% dei computer attualmente utilizzati sia dotato di software di illecita provenienza, software per i quali il soggetto non ha corrisposto i relativi costi di licenza.
Ciò ha generato un danno economico paria 33 miliardi di dollari, danno accentuato dalla presenza di una congiuntura economica.
Robert Holleyman Presidente e CEO di BSA ha sottolineato nuovamente il profondo impatto non solo sulla redditività delle aziende, ma anche sulla economia dei Paesi produttori che registrano cali occupazionali e un minor gettito fiscale.
La ricerca ha rivelato che a fronte della diminuzione del tasso d piraterai in 37 Nazioni, si è purtroppo dovuto registrare un aumento dello stesso in 34 Paesi rimanendo sostanzialmente invariato in altri 16.
In più della metà degli Stati monitorati la pirateria si attesta sopra il 60% e solo un terzo sotto la soglia del 50%.
Tra le Nazioni maggiormente coinvolte nel fenomeno il Vietnam con un tasso pari al 92%, Ucraina (91%), Cina (90%), Zimbabwe (90%) e Indonesia (87%).
I Paesi che presentano la percentuale più contenuta sono USA (21%), Nuova Zelanda (23%), Austria (25%), Svezia (26%), e UK (27%).
La redazione (Raimondo Bellantoni)