Si è svolta il 12 novembre scorso, di fronte alla Corte d’Appello di Beijing in Cina, la prima udienza della causa promossa dalla Federazione Internazionale dell’Industria Fonografica (IFPI) contro Yahoo!China, motore di ricerca cinese di cui Yahoo!Inc. detiene il 44% delle azioni tramite la controllata Alibaba Group.
L’azione presentata dalle case discografiche, sia a livello locale sia internazionale, si fonda sul fatto che Yahoo!China offre uno specifico servizio musicale on line grazie al quale gli utenti sono in grado di ricercare brani musicali sul portale ed avere immediato accesso ad un aggiornato elenco delle risorse disponibili in rete, così da poter ascoltare i brani selezionati e scaricarli gratuitamente senza l’autorizzazione dei titolari dei diritti.
L’accusa di violazione dei diritti di proprietà intellettuale di autori, artisti interpreti esecutori, editori musicali e produttori, viene quindi rivolta da IFPI soprattutto nei confronti di Yahoo!Inc, che essendo una delle maggiori e meglio conosciute compagnie Internet a livello mondiale, dovrebbe utilizzare il suo nome come un baluardo contro la pirateria musicale on line in Cina, anziché investire e trarre profitto da questa violazione del copyright su larga scala.
Nonostante i tentativi di negoziazione avviati da IFPI nell’aprile del 2006 ai fini di evitare la odierna causa, la compagnia cinese perseguì nella sua violazione, costringendo quindi grandi case discografiche quali EMI Group Hong Kong Limited, EMI Group Limited, Sony BMG Music Entertainment (Taiwan) Limited, Sony BMG Music Entertainment (US), Universal Music Limited, Mercury Records Limited ed altre, ad agire per ottenere il risarcimento dei danni subiti.
Stefania Baldazzi