La MEAA (Media, Entertainment and Arts Alliance), un’associazione che rappresenta i lavoratori australiani che operano nel campo dei media, dello spettacolo, delle arti e dello sport, ha negato ai suoi associati il permesso di partecipare alla produzione di un cortometraggio che avrebbe dovuto essere distribuito sotto licenza Creative Commons – Non Commercial.
La società produttrice del film, la MOD Films, era intenzionata ad utilizzare le licenze Creative Commons per dare la possibilità al pubblico di modificare il materiale audiovisivo prodotto, in modo da stimolarne la creatività e l’interesse, prendendo spunto da quanto accade nel mercato dei videogiochi, dove la possibilità di creare versioni modificate dei giochi prodotti ha permesso la nascita di grandi successi.
L’interesse del produttore era dunque di carattere commerciale, tanto è vero che la MOD Films aveva concordato con gli attori compensi del 10% più alti di quelli previsti dalle tabelle MEAA, chiedendo in cambio alcune concessioni relative ai diritti degli attori tutelati dalla MEAA per consentire la distribuzione attraverso licenze Creative Commons.
La MEAA ha però respinto le richieste, giudicando ‘inappropriata’ la loro approvazione, al punto da rifiutato ogni ulteriore trattativa con la MOD Films.
La redazione (Marco Bertani)