La Commissione europea ha adottato l’1 luglio scorso due comunicazioni: una relativa ad un piano d’azione inteso a far fronte alle violazioni dei diritti di proprietà intellettuale nell’UE e una relativa ad una strategia per la tutela e il rispetto dei diritti di proprietà intellettuale nei paesi terzi.
Il piano d’azione definisce una serie di azioni volte a far sì che la politica dell’UE in materia di rispetto dei diritti di proprietà intellettuale (DPI) si concentri sulle violazioni su scala commerciale (il cosiddetto approccio “follow the money”). La strategia, che definisce un approccio internazionale, esamina i recenti cambiamenti e illustra le possibili modalità per migliorare gli strumenti di cui la Commissione attualmente dispone per promuovere norme più rigorose in materia di DPI nei paesi terzi e per arrestare il commercio di prodotti che violano i DPI.
“Il piano d’azione adottato illustra come l’UE intende riorientare la propria politica per migliorare il rispetto dei diritti di proprietà intellettuale da parte del settore privato”, ha dichiarato Michel Barnier, Commissario per il Mercato interno e i servizi. “Anziché penalizzare i singoli per violazioni – spesso inconsapevoli – dei diritti di proprietà intellettuale, le azioni indicate nel piano d’azione preparano il terreno verso un approccio “follow the money“, allo scopo di privare i trasgressori su scala commerciale dei loro flussi di entrate.”
“È giusto che le nostre imprese, i nostri creatori e i nostri inventori siano adeguatamente ricompensati per i loro sforzi creativi e innovativi“, ha dichiarato Karel De Gucht, Commissario per il Commercio. “Per questo motivo, e per mantenere incentivi che stimolino l’innovazione e la creatività, dobbiamo continuare a lavorare con i nostri partner internazionali per migliorare le norme in materia di diritti di proprietà intellettuale. Rimarremo disponibili ad adattare il nostro approccio in funzione del loro livello di sviluppo, mettendo però in risalto le conseguenze positive che la proprietà intellettuale può avere sulla crescita, sui posti di lavoro e sui consumatori“.
“Un’efficace tutela dei DPI deve essere sostenuta da una stretta cooperazione tra le autorità preposte al controllo del rispetto dei diritti di proprietà intellettuale e tra dette autorità e le imprese interessate. Ciò è essenziale sia all’interno dell’UE che con i nostri partner internazionali”, ha dichiarato Algirdas Šemeta, Commissario responsabile per la Fiscalità e l’unione doganale. “Promuovere questo approccio multilaterale è sì arduo ma è l’unico modo per assicurare un’adeguata protezione della nostra proprietà intellettuale nell’UE e nel commercio internazionale.”
L’economia globalizzata di oggi si fonda sempre più su industrie basate sulla conoscenza, che hanno resistito alla crisi e sono in forte crescita. Tra il 2003 e il 2012 il numero di nuove registrazioni di brevetti europei, marchi comunitari e disegni comunitari è più che raddoppiato. L’elevato numero di attività che violano i DPI può tuttavia pregiudicare questa tendenza positiva. Nel solo 2012, gli organi di controllo delle frontiere dell’UE hanno rilevato 90 000 casi di merci sospettate di violare i DPI (rispetto a meno di 27 000 nel 2005). Secondo le stime dell’OCSE, ogni anno l’economia mondiale subisce una perdita pari a circa 200 miliardi di euro a causa di violazioni dei DPI.
Per far fronte a questo problema, il piano d’azione dell’UE contro le violazioni dei DPI prevede quanto segue:
Per quanto riguarda la protezione dei DPI a livello internazionale, la Commissione propone quanto segue:
Prossime tappe
Le azioni contenute nelle comunicazioni in oggetto saranno lanciate e condotte nel 2014 e nel 2015. La Commissione, che seguirà la realizzazione di queste iniziative, invita il Parlamento europeo, il Consiglio, gli Stati membri, il Comitato economico e sociale europeo e le parti interessate (tra cui l’Ufficio per l’armonizzazione nel mercato interno (UAMI), tramite l’Osservatorio europeo sulle violazioni dei diritti di proprietà intellettuale) a contribuire attivamente ai lavori futuri. In una fase successiva la Commissione esaminerà la necessità di ulteriori misure, eventualmente di natura legislativa.
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