Charlie McCreevy, membro della Commissione Europea per il Mercato Interno, ha presentato una proposta per estendere la durata di legge dei diritti connessi, spettanti agli artisti interpreti esecutori, dagli attuali 50 anni a 95 anni. McCreevy ha sottolineato come la protezione degli artisti europei rappresenti un diritto morale al controllo del proprio lavoro e a farne la propria fonte di sostentamento, non sussistendo motivi convincenti del perché invece gli autori godano di una protezione del loro lavoro per tutta la loro vita e 70 anni dopo la loro morte. Mentre spesso i 50 anni spettanti agli artisti non coprono nemmeno tutta la loro vita. McCreevy ha suggerito di pensare all’importanza che spetta agli artisti: il più delle volte non sappiamo nemmeno chi sia l’autore di un brano ma ricordiamo benissimo chi lo ha interpretato, portandolo al successo.
Da qui la proposta di estendere a 95 anni i diritti degli artisti interpreti esecutori sulle proprie incisioni su fonogramma, proposta che si stima di portare alla votazione in Commissione entro l’estate 2008.
Quel che ha indotto il commissario a lanciare la proposta è stata la considerazione che entro dieci anni gli interpreti di brani registrati negli anni Cinquanta e Sessanta perderanno ogni diritto sulle pubbliche esecuzioni, specie pensando non tanto ai grandi interpreti quanto agli sconosciuti session players che hanno partecipato alle registrazioni di molti classici. Lasciandoli, di fatto, privi di quella che si può dire la loro unica pensione.
La proposta si articola con benefici per tutte le categorie: i session men riceveranno i proventi generati da un fondo, fondo costituito da almeno il 20% di quanto incassato dai produttori discografici durante il nuovo termine di 95 anni. Invece gli artisti di notevole importanza artistica non potranno più ottenere anticipi su questi diritti, potendo esigerli solamente durante la maturazione, come gli altri artisti.
Infine il commissario ha proposto una disposizione per cui se un produttore discografico si rifiuti di ristampare il disco di un’artista durante il nuovo periodo di protezione, allora l’artista potrà legittimamente chiedere la ristampa ad un’altra etichetta.
Le preoccupazioni del commissario europeo nascono da un dato di fatto: molti artisti interpreti esecutori iniziano la loro carriera giovanissimi, prima dei 20 anni. Così a 70 anni, l’età per molti della pensione, gli artisti si ritrovano senza più diritti sui propri lavori (esauriti i 50 anni di diritti connessi dalla prima pubblicazione o comunicazione al pubblico). Lasciandoli privi di ciò che per molti è l’unica o quasi forma di pensione rimastagli.
Gli effetti della proposta sui prezzi al consumo, afferma il commissario McCreevy, saranno minimi poiché gli studi confermerebbero come il prezzo di registrazioni in pubblico dominio non sia solitamente più basso di quelle coperte da diritti. Stessa sicurezza riguardo alle conseguenze sulla bilancia del commercio con l’estero: la maggior parte dei compensi incassati per effetto dell’estensione andranno a beneficio di artisti europei, andando così a promuovere le produzioni discografiche e gli artisti europei.