L’Italia e il Lussemburgo erano state sottoposte all’inizio di quest’anno a un procedimento di infrazione a causa del mancato recepimento della direttiva comunitaria 92/100/CE sul prestito in biblioteca.
La prospettata modifica della normativa nazionale all’interno dei suddetti Paesi ha orientato la Corte di Giustizia Europea a sospendere tale procedura.
Se da un lato le istituzioni bibliotecarie guardano con molta apprensione alla cosa in considerazione dell’impatto economico sui loro bilanci indotto dall’introduzione del prestito a pagamento e le possibili conseguenze sul piano della diffusione della cultura, dall’altro molti autori ed editori guardano alla direttiva come a un momento importante per garantire la tutela dei propri interessi economici.
Altri Paesi europei (Spagna, Irlanda e Portogallo) che non hanno dato segnali di attività istituzionale volta a implementare la suddetta direttiva, e, anzi, si sono opposti al recepimento delle indicazioni comunitarie, sono ancora interessati dal procedimento.
La Commissione ha inoltre richiesto chiarimenti a Danimarca, Finlandia e Svezia, in merito al fatto che possano essersi verificate delle ripartizioni dei proventi derivanti dal prestito non eque che possano avere favorito autori ed editori nazionali.
La redazione (Raimondo Bellantoni)