Negli ultimi due anni i proprietari della catena di negozi in franchising Mihwadang Records si sono trovati a fare i conti un trend disastroso per il loro volume d’affari: se fino a due anni fa il cliente tipo entrava in negozio e cercava il singolo del momento per poi comprarlo, ora esso entra nel negozio, chiede informazioni su titolo ed autore dello stesso singolo, magari lo ascolta, e poi se ne esce senza averlo comprato.
Ovviamente se lo scaricherà con tutta comodità a casa propria, ed altrettanto ovviamente da canali pirata di download di brani musicali.
Gli effetti sono, come detto disastrosi: nella Corea del Sud ben il 95% dei negozi del settore musicale sono falliti negli ultimi due anni. Tutto grazie alla popolarità della connettività a banda larga, che nel paese si attesta sul 23,17%dei cittadini – il triplo rispetto agli Stati Uniti d’America ed il quintuplo rispetto all’Europa.
In un paese di 48 milioni di persone, un canale di P2P come Soribada (‘oceano di suoni’ è la sua traduzione) ‘ conta più di 6 milioni di utenti da che fece il suo esordio nella Rete nel 2000. A Soribada (www.soribada.net), sono poi seguiti altri canali altrettanto popolari ed altrettanto gratuiti (ed altrettanto illegali), tra cui Donkeyhote (www.donkeyhote.co.kr) e Pruna (www.pruna.com).
E dal loro arrivo nella Rete la vendita di CD è precipitata del 50%. E, quel che è peggio, se cinque anni fa in Corea c’erano 8.000 negozi di CD ora ne sopravvivono solo 400.
e se l’industria del disco locale ha riportato la sua vittoria ottenendo la chiusura del canale Bugsmusic ‘ chiusura che diverrà effettiva a partire dal prossimo novembre ‘ ciò non cambia le prospettive per i negozianti, visto che la stessa industria discografica ha anche in Corea preso a cavalcare la moda dei servizi di download a pagamento.
Di fatto potrebbe essere la fine dei negozi come li conosciamo noi, in favore di quelli telematici.
La redazione (Alessandro di Francia)