Il governo malese, nell’ambito di una revisione della normativa sul diritto d’autore vecchia ormai di 17 anni, sta valutando l’introduzione di misure detentive obbligatorie per chi si rende responsabile di atti di pirateria informatica, musicale e cinematografica.
Infatti, sebbene la pirateria di programmi, musica e video sia tuttora in teoria punibile con la reclusione sino a 5 anni di carcere, tali condanne non vengono in pratica mai erogate, rendendo poco efficace il loro potere deterrente nei confronti dei trasgressori, i quali non si preoccupano delle modeste pene pecuniarie, incapaci di intaccare i loro guadagni.
Questo stato di fatto ha condotto ad una condizione di vasta illegalità in Malesia, dove esiste una fiorente industria di duplicazione di film, programmi e CD musicali, tale da rendere il paese uno dei più a rischio dal punto di vista della tutela del diritto d’autore.
La redazione (Marco Bertani)