Il 12 giugno scorso il Giudice Richard Owen del Southern District di New York, con una delle prime decisioni in tema, ha riconosciuto ai tre eredi viventi di John Steinbeck il diritto di recedere dai contratti in base ai quali lo scrittore aveva ceduto il copyright su dieci dei suoi primi romanzi a Penguin Group.
La decisione si è basata, in parte, su alcune delle disposizioni del Sonny Bono Copyright Term Extension Act (CTEA), approvato nel 1998, in forza del quale i termini della tutela erano stati estesi di 20 anni.
Anche nell’originaria formulazione del 1976, il Copyright Act, con una serie di norme piuttosto complesse, garantiva agli autori il c.d. “secondo morso alla mela”, permettendo loro di recedere dai contratti stipulati nei primi anni della loro carriera, prima del successo professionale. I coniugi e gli eredi viventi di un autore deceduto avevano il diritto di recedere dai contratti di trasmissione dei diritti stipulati entro il 1 gennaio 1978. Il diritto di recesso poteva essere esercitato in qualunque momento, entro 5 anni dai 56 anni successivi alla data di affermazione del copyright, o entro 5 anni dal 1 gennaio 1978, nel caso in cui il copyright fosse stato successivo. Esercitato il recesso, gli eredi erano liberi di concludere nuovi contratti di cessione dei diritti con chi avessero preferito.
Oltre ad estendere la durata della tutela, il CTEA aveva creato un’intera nuova famiglia di diritti di recesso circa le opere create prima del 1978, permettendo agli eredi che non avessero esercitato il diritto di recesso entro il suddetto termine di 5 anni, di recedere comunque dai contratti di cessione del copyright vigenti. Di fatto, il CTEA aveva creato un nuovo termine di 5 anni, che iniziava a decorrere dal settantacinquesimo anno dall’affermazione del copyright sull’opera.
Il figlio di John Steinbeck e la nipote hanno così receduto da cinque contratti nel 2004, mentre prima non avevano potuto farlo perché il Copyright Act prevedeva che al coniuge dell’autore spettasse la metà dei voti necessari all’esercizio del diritto di recesso. Il fatto che Steinbeck avesse nominato unico erede testamentario la propria terza moglie Elaine (che a sua volta intestò il tutto ai suoi figli, provenienti da precedente matrimonio) era irrilevante: nonostante i figli Thomas e John IV non fossero eredi testamentari circa i diritti d’autore, il Copyright Act prevedeva che il 50% dovesse comunque esser loro garantito.
In seguito alla morte di Elaine nel 2003, il figlio di John Steinbeck, Thomas e la nipote Blake Smyle sono entrati in possesso della totalità dei diritti di recesso sulle prime opere e per i diritti cinematografici, radio e quelli sulle pubblicazioni a tiratura limitata sull’opera “The Long Valley” e “The Red Pony” (che Steinbeck aveva ceduto alla Paramount Pictures con tre contratti conclusi, rispettivamente, nel 1946, 1947 e 1947).
Poiché le controprestazioni previste nei contratti di cessione dei diritti d’autore di Steinbeck erano state eseguite in ritardo, il recesso verrà attuato gradualmente. Pertanto, gli eredi non recupereranno i diritti d’autore su “Of Mice and men” fino al 2012 e su “The grapes of wrath” fino al 2014.
Il caso non ha portato a una completa vittoria per gli eredi: il Giudice Owen ha respinto la loro richiesta di riottenere i diritti su “The wayward Bus” da Twentieth Century Fox e di “Cannery Row” da Rogers & Hammerstein e MGM. Infatti, Steinbeck è deceduto prima che queste opere entrassero nel periodo di rinnovo (nel 1968) e quindi Elaine Stenbeck, erede testamentaria di Steinbeck, ha automaticamente ereditato i diritti su queste opere.
Sia Penguin Group che Elaine Steinbeck hanno annunciato che ricorreranno in appello.