Lo annuncia la società di gestione collettiva tedesca in una nota, pubblicata nel proprio sito, specificando come RapidShare, una società che permette ai propri utenti di condividere i file che caricano su spazi server a loro dedicati, sia stata inibita dal Tribunale di Colonia dall’offrire i propri servizi sui due domini RapidShare.com e.de., chiamati sharehoster.
Sotto accusa sono i servizi “premium” offerti da RapidShare: questi sono a pagamento e permettono un più facile upload e condivisione dei file. Il giudice ha chiarito come siano gli utenti a caricare gli eventuali contenuti protetti da diritto d’autore nel sistema e non i gestori dello stesso, ma ciò non riduce la responsabilità del gestore per quanto avvenuto nell’ambito dei propri servizi. Il problema è che la società pubblicizza i propri servizi dichiarando la disponibilità di 15 milioni di file diponibili per il download, file contenenti opere dell’ingegno e la cui licenza di utilizzazione non è mai stata richiesta.
Il CEO di GEMA, Harald Heker, ha dichiarato: “Queste decisioni avranno un importante rilievo per quanto riguarda il futuro, con i servizi web 2.0 come YouTube o MySpace. Il fatto che l’utente usa un servizio, con la conseguente non controllabilità dei contenuti, non toglie ai gestori dei servizi le loro responsabilità dinanzi alle leggi sul diritto d’autore per i contenuti tutelati che sono disponibili per il download sui propri servizi web”.