Cina: si legge il Codice Da Vinci ed Harry Potter, e progressivamente cresce il rispetto per il diritto d’autore

La Cina’ Già diversa, almeno sotto il profilo dell’editoria, in soli due anni. E’ quanto emerge dall’indagine sul mercato cinese della Beijing Topview Consulting presentata ieri a Pechino alla delegazione italiana dei trenta editori guidati dal presidente dell’Associazione Italiana Editori (AIE) Federico Motta e dal direttore dell’Istituto nazionale per il Commercio Estero (ICE) di Pechino Antonino Laspina nell’ambito della missione organizzata da ICE in collaborazione con AIE. Una fotografia aggiornata che segue la ricerca commissionata proprio due anni fa da ICE e AIE per esplorare le potenzialità di business che la Cina offre.
Cosa ne emerge’ Oggi la Cina è già un paese diverso, più aperto e soggetto alla cultura straniera. Non a caso il libro più letto (al luglio 2006) è il Codice da Vinci di Dan Brown, Harry Potter ha aperto la strada ai best seller anche nel segmento bambini e ragazzi e Stati Uniti e Regno Unito hanno scalzato ” in fatto di import di diritti d’autore ” Hong Kong e Taiwan.
Un processo vero e proprio, partito dall’adesione della Cina al WTO nel 2001 (e quindi dopo la sottoscrizione degli Accordi TRIPs) e dalla sua conseguente apertura a livello mondiale. E che vede ormai l’editoria cinese sempre più sensibile alle produzioni estere e progressivamente (poco) più attenta anche al diritto d’autore.

La pirateria e l’import/export di diritti d’autore ” Nel 2005 sono state sequestrate qualcosa come 19milioni di copie di libri piratati. A fronte di queste cifre però sono stati registrati correttamente oltre 9mila contratti di compravendita di diritti d’autore. Un risultato insperato fino a pochi anni prima. E sono i diritti sui libri a primeggiare nell’import di diritti d’autore (rispetto a periodici, software, altri), conquistando l’86,12% dell’importazione complessiva di diritti d’autore.
Il rapporto import/export di copyright presenta un forte scompenso a favore dell’import. Nel 2005 è stato di 7 a 1: sono stati circa 11mila i diritti importati dall’estero e 1517 quelli ceduti (nel 2003 il rapporto era di 15 a 1). L’editoria per ragazzi rappresenta un terzo dell’intero business del copyright, il segmento più vivace nello scambio dei diritti. Di fatto quindi la maggior parte dei libri oggi presenti sul mercato cinese è importata.

Il mercato cinese oggi ” 222mila titoli (oltre 128mila di novità ) pubblicati nel 2005, 6,3 miliardi di copie vendute (in leggera diminuzione sull’anno precedente) ” per il 54,4% si tratta di libri di testo ” 573 case editrici (220 a livello centrale, 353 a livello locale) divise a metà tra medie e piccole dimensioni, soltanto il 5% sono grandi, con più di 1.000 titoli l’anno: sono questi i numeri dell’editoria cinese. L’84% dei lettori preferisce acquistare nelle grandi librerie e ben Œ dei lettori ha acquistato via internet.

La missione ” Proseguirà fino al 2 marzo coinvolgendo una trentina di editori in rappresentanza di 15 case editrici pronte a conoscere nei dettagli la realtà cinese. Domani, 28 febbraio, si avvieranno contatti e trattative, presiedute dal direttore dell’ICE Pechino Antonio Laspina e introdotte dagli interventi del presidente dell’AIE Federico Motta e dalla presentazione del mercato italiano a cura dell’editore Stefano Mauri. Saranno presenti, tra gli altri, il vice ministro del GAPP (l’organismo di controllo quantitativo di titoli e copie) Liu Binjie, il vice presidente dell’Associazione editori cinesi Yang Deyan e il presidente dell’Agenzia cinese per il Copyright Duan Guijian.

Su Giovanni d'Ammassa

Avvocato con studio in Milano dal 1997, coltiva sin dall'Università lo studio e l’insegnamento del diritto d’autore. Fonda Diritttodautore.it nel 1999. Appassionato chitarrista e runner.

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