Forse non molti sono a conoscenza del fatto che l’autore di Peter Pan J. M. Barrie ha ceduto i diritti relativi alla sua opera più famosa al Great Ormond Street Hospital Children’s Charity.
Nel 1987, trascorsi 50 anni dalla morte dell’autore l’opera, secondo la legislazione vigente allora in Inghilterra, sarebbe dovuta divenire di pubblico dominio facendo cessare il flusso economico necessario per il sostentamento dell’ospedale.
Per tale motivo l’allora Primo Ministro Lord Callaghan propose un emendamento al Copyright Act che assicurò i diritti per un tempo illimitato alla struttura ospedaliera (Section 301, Copyright, Designs and Patents Act 1988).
Il problema del termine del periodo di protezione del copyright, risolto in Gran Bretagna, permane però nel resto del mondo.
Il termine di 70 anni all’interno della Comunità Europea assicura il flusso finanziario per le utilizzazioni economiche sino al 2007, ma negli Stati Uniti i problemi si sono già materializzati.
Hyperion infatti, una casa editrice parte del gruppo Disney ha dato alle stampe un libro originale, ma basato sui personaggi creati da Barrie, che costituisce l’antefatto alla storia di Peter Pan.
La casa americana pur avendo ammesso l’utilizzo dei suddetti personaggi sostiene anche che l’opera dello scrittore britannico non sia, negli Stati Uniti, più protetta da copyright essendo divenuta di pubblico dominio prima dell’introduzione del Copyright Extension Act statunitense del 1988.
Hyperion sostiene quindi che, pur avendo l’Atto esteso il termine di protezione per le opere in territorio statunitense, lo stesso non possa essere adottato in relazione al libro di Barrie non potendo realizzarsi una applicazione retroattiva della norma.
Di diverso parere i legali dell’Ospedale che ritengono il termine di protezione del copyright negli Stati Uniti valido sino al 2023.
Gli amministratori della struttura ospedaliera si sono inoltre detti molto preoccupati per l’impossibilità di sostenere una disputa legale che potrebbe rivelarsi lunga e molto costosa.
La redazione (Raimondo Bellantoni)