Un giudice federale di Boston ha rigettato una causa intentata da ACLU (American Civil Liberties Union) che aveva lo scopo di mettere in discussione una parte dei contenuti del Digital Millennium Copyright Act.
L’azione legale di ACLU era stata mossa nei confronti della società produttrice di software N2H2, che ha messo a punto un sistema di “filtraggio” per l’accesso in Rete.
L’Unione sosteneva che fosse incostituzionale interferire con l’attività dei ricercatori che cercavano di valutare l’efficacia del sistema.
Il giudice Richard Sterns ha invece stabilito che non esiste interesse protetto dalla costituzione che possa ritenersi superiore al diritto dell’azienda di proteggere la propria produzione intellettuale da una siffatta violazione.
La decisone del magistrato ha dato un altro duro colpo ai sostenitori della incostituzionalità di alcune previsioni del DMCA che violerebbero il diritto alla libertà di espressone protetta dal Primo Emendamento.
American Civil Liberties Union non ha ancora deciso se sarà presentato un appello.
La redazione (RB)