Intel è stata condannata dinanzi ad una corte distrettuale statunitense al pagamento di 150 milioni di dollari per aver violato dei brevetti di Intergraph nella realizzazione dei processori Itanium. Il giudice, inoltre ha deciso che la Intergraph potrà chiedere un’ingiunzione per bloccare la vendita dei processori stessi.
Intel, attraverso un suo portavoce, ha preannunciato di voler chiedere alla corte di riconsiderare la sua decisone.
Soddisfazione, invece, in casa Intergraph: “questa decisone attesta la validità dei brevetti della Intergraph e siamo felici che la nostra lunga e datata disputa con la Intel si sia conclusa con un’altra significativa vittoria che premia gli investimenti effettuati in questi anni”. Queste le parole di Jim Taylor, presidente dell’Intergraph.
La decisone in questione aggiunge un ulteriore capitolo alla tumultuosa battaglia legale che ha viste coinvolte le due società a partire dal 1997, quando la Intergraph accusò Intel di aver violato diversi brevetti della società concorrente inerenti al chip “Clipper” , un processore che invece Intel sostenne di aver abbandonato a favore di un proprio prodotto. Nell’aprile 2002, la corte condannò Intel al pagamento di 300 milioni di dollari per la violazione di tali brevetti nella realizzazione della linea di processori Pentium.
Ora la nuova decisone per il processore Itanium: Intel per ora si è limitata ad esprimere la sua disapprovazione ed intende presentare una mozione per una riconsiderazione della causa. Se il tentativo fallisse, i vertici dell’azienda hanno fatto sapere che ricorreranno in appello.
Marco Scialone