Una corte giapponese ha respinto il tentativo di uno scienziato giapponese, Shuji Nakamura, di ottenere i diritti relativi a una sua invenzione, sviluppata quando era dipendente della società Nichia.
Tale decisione pone un serio freno a futuri tentativi di altri dipendenti autori di invenzioni sfruttate commercialmente dalle aziende.
Nakamura ha anche sostenuto di essere stato sottopagato in relazione al valore della propia invenzione (un tipo di LED a emissione luminosa blu oggi molto utilizzato).
La richiesta di Nakamura in merito ai mancati compensi versati è di più di sedici milioni di dollari.
La decisione della corte potrebbe richiedere mesi, ma esperti del mondo legale sostengono che comunque porterà nelle tasche dello scienziato una consistente somma di denaro.
L’avv. Tanaka esperto in temi legati ai brevetti ha dichiarato che ciò se da un lato fermerà coloro i quali sono decisi a ottenere la paternità delle proprie invenzioni, dall’altro indurrà molti di loro a richiedere delle sostanziose integrazioni economiche alle aziende, di solito molto restie a gratificare i propri dipendenti in relazione alle invenzioni da questi realizzate.
La redazione