SNS: lettera agli scrittori italiani

Riceviamo e pubblichiamo:

L’on. Francesco Rutelli, responsabile del Ministero per i Beni e le Attività culturali (MBAC), in chiusura degli Stati generali dell’editoria, organizzati in settembre dalla Associazione italiana degli degli editori (AIE) a Roma, ha reso noto il progetto di far approvare dal Parlamento una Legge per il Libro entro la legislatura attuale e ha assicurato che, nell’attesa, il MBAC trasformerà l’attuale Istituto del Libro in un Centro per il Libro e la Lettura , accogliendo l’idea contenuta nel Manifesto degli Editori. Tale Centro vorrà coordinare le politiche di diffusione del libro e della lettura in Italia e di promozione del libro della cultura e degli autori italiani all’estero.
Il Sindacato Nazionale Scrittori (SNS), che ha già partecipato in passato, ministro Walter Veltroni , ai lavori di una apposita commissione ministeriale in vista appunto di una Legge per il Libro, poi abortita, oggi offre alla discussione le seguenti idee:
La promozione della lettura è in Italia un’azione necessaria e positiva, ma dal punto di vista degli autori sembra più necessario e altrettanto urgente un intervento organico su tutto il «campo libro», che è anzitutto una “attività culturale”, anche se con ampie implicazioni economiche. Ciò richiede un protagonismo degli autori all’interno del coordinamento degli interessi coinvolti. Le due filiere produttive possibili sono: autore, editore, tipografo, libraio, bibliotecario oppure autore, editore, webmaster, distributore online, bibliotecario, e ambedue cominciano con l’autore. L’interesse degli autori è dunque di sottolineare che la finalità prima della Legge in progetto sia la tutela e il sostegno del bene e dell’attività culturale «libro».

La posizione del Sindacato Nazionale Scrittori

1. Il libro è un «bene culturale», oltre che un prodotto economico. Poiché nel libro si rispecchia ed esprime la cultura di un paese in termine di quantità e qualità delle conoscenze e delle creazioni intellettuali e artis tiche in esso circolanti, le sue condizioni di esistenza (nascita, confezione, lettura) devono costituire uno degli oggetti primari di cura per chi abbia di mira il buon governo del Paese.

2. E’ necessaria dunque una politica per il libro come parte di una più generale politica per la libertà della cultura la quale, con strumenti giuridici, economici e fiscali, tuteli l’autonomia della cultura e contrasti la tendenza a funzionalizzate alla logica economica e/o a orientare su opzioni politiche le attività culturali di organizzazione di eventi e di produzione di opere, e favorisca per contro il pieno dispiegarsi della vita artis tica e culturale a vantaggio del maggior numero di cittadini.

3. Infatti la gestione puramente economica del libro potrebbe produrre effetti culturalmente negativi, che sono:

a) la tendenza delle attività editoriali alla concentrazione, con conseguente rischio per il pluralismo culturale nel settore;

b) la tendenza a usare come criterio di scelta editoriale la grande tiratura; scelta legittima, ma che, se predominante o esclusiva, comporta un atteggiamento autopunitivo sul mercato, una rarefazione dell’offerta e principalmente una delimitazione culturale del libro-tipo, ostacolando di fatto sia lo spirito di innovazione di cui il mercato ha bisogno sia la scrittura di ricerca artis tica e intellettuale, per forza di cose incarnantesi in opere non sperimentate sul mercato;

c) il predominio della distribuzione, soprattutto della grande distribuzione, sulla produzione fa dipendere il destino e il funzionamento sociale del libro dalle logiche di marketing delle strutture commerciali interne alla case editrici (ad esempio, il richiesto rapido avvicendamento degli stocks in vendita comporta effetti antifunzionali per i tempi del libro come strumento di cultura);

d) in particolare, le spinte alla concentrazione anche nel campo della distribuzione agiscono distruttivamente sulla rete capillare delle librerie, che dovrebbe invece essere protetta e potenziata con opportune misure, al fine di garantire una presenza diffusa su tutto il territorio nazionale di questo servizio, insostituibile per il libro inteso come strumento di cultura, e contrastare, d’altra parte, l’odierna tendenza alla separazione e alla diseguaglianza fra «centri» ben forniti (seppure in termini di marketing) e «periferie» prive di rapporto organico con il libro.

4. Il dato maggiormente significativo del processo di degrado che sta sperimentando oggi la cultura nazionale è la costante scarsità dei lettori di libri e ciò quando la cultura è ormai divenuta centrale nella società sia sul piano strettamente economico che su quello dello sviluppo complessivo.

5. Occorre dunque una autorevole istanza di governo del settore; e questo non può aversi che sulla base di obiettivi, regole e strumenti che soltanto una legge collettivamente e democraticamente discussa e approvata sarà in grado di fornire.

Provvedimenti

a) Sul piano fiscale stabilire [a] l’esenzione dalle imposte per i compensi derivanti da diritti d’autore che restino al di sotto di una certa aliquota, [b] lo scaglionamento del prelievo fiscale concernente i diritti d’autore nel periodo di 5 anni e [c] l’esenzione dalle imposte per i premi letterari, [d] il tax shelter per favorire il mecenatismo destinato a sostenere le riviste di arte e letteratura e alla pubblicazione di libri letterari, [e] possibilità di detrarre dall’imponibile delle persone fisiche le spese per l’acquisto di libri in quanto spese destinate alla formazione del reddito.

b) Per la promozione della creazione letteraria [a] costituire un Fondo per la creatività (Ente pubblico) che eroghi borse di studio o prestiti, su progetto, a scrittori impegnati nel loro lavoro in Italia o all’estero e [b] istituire gli anni sabatici e la aspettativa non retribuita, su progetto, per tutti coloro che si trovino nelle condizioni previste da un appo sito regolamento; inoltre [c] favorire presso i Comuni la istituzione della figura dello «scrittore residente» e presso le Scuole e le Università pubbliche la presenza degli scrittori per promuovere la «scrittura creativa»; [d] attivare una rete di sedi attrezzate per le attività creative professionali.

c) Introdurre una politica di committenza verso gli autori da parte degli organismi la cui attività abbia contenuto culturale (teatri pubblici o sovvenzionati, associazioni culturali, imprese radiofoniche e televisive, ecc.), una politica incentivata tramite appositi provvedimenti, anche prevedendo in ognuno di tali organismi, come punto di riferimento, la figura di un «consulente letterario».

d) Come intervento diretto sull’editoria, anche al fine di aiutare il mercato ad aprirsi culturalmente e svilupparsi economicamente, prevedere [a] un sostegno fiscale e/o sovvenzioni dirette o indirette ai piccoli editori per le piccole tirature, [b] sovvenzioni all’inedito (ad esempio: su documentazione presentata dagli editori, finanziare ogni anno un certo numero di «inediti» attribuendo una «borsa di creatività » agli autori), [c] particolare sostegno a quelle riviste culturali che pubblichino testi letterari.

e) Come azione indiretta di sostegno al libro, al suo uso e alle categorie che contribuiscono a promuoverlo [a] incentivare e laddove non esistano istituire le scuole professionali del libro (per scrittori, editori, redattori, lib rai , bibliotecari, ecc.), [b] incentivare la formazione di biblioteche d’azienda (collegate ai circoli aziendali per il tempo libero) e l’efficienza delle biblioteche territoriali, delle biblioteche scolastiche e di tutte le biblioteche pubbliche, intendendole come centri di cultura motivati a promuovere il rapporto diretto fra autori e lettori, [c] introdurre e finanziare il contratto di animazione che permetta agli scrittori (nelle loro specifiche competenze) di prendere parte sistematicamente alle attività delle biblioteche pubbliche, dei centri e delle associazioni culturali.

f) Potenziare i centri di cultura italiana all’estero per diffondere il libro italiano all’estero; sviluppare un’ampia, articolata e ben coordinata politica della traduzione delle opere italiane contemporanee.

g) Nella auspicata annuale Festa del libro, pensata soprattutto come occasione per attivare intorno ad esso e al suo autore l’attenzione dei lettori (favorendo sul piano fiscale gli editori che adotteranno forti sconti). Coinvolgere gli Enti locali e in particolare le Regioni nell’allestimento della Festa, come momento evidente di una loro politica attiva intesa a promuovere, anche in forme nuove (per esempio, favorendo la costituzione di apposite cooperative giovanili), la distribuzione del libro su tutto il territorio nazionale.

A questa azione complessa, che ha anche il fine di allargare e potenziare il mercato del libro, la legge da noi auspicata non può non aggiungere fra i suoi obiettivi più rilevanti quello di mettere ordine in tutta la materia giuridica concernente il libro, in primo luogo elaborando un contratto d’edizione rigorosamente inteso, per le sue caratteristiche e nelle sue finalità , come tutela della parte più debole. A tal fine è urgente una modifica della legge ora vigente sul diritto d’autore, spostando nella nuova «legge per il libro» la regolamentazione del contratto d’edizione e qui sopprimendo definitivamente la clausola del «salvo patto contrario».

Su Giovanni d'Ammassa

Avvocato con studio in Milano dal 1997, coltiva sin dall'Università lo studio e l’insegnamento del diritto d’autore. Fonda Diritttodautore.it nel 1999. Appassionato chitarrista e runner.

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