Lo scorso 29 dicembre, nella seduta n. 721 del Senato, il senatore Mauro Fabris (Vicepresidente del gruppo Misto – Pop-Udeur), ha presentato una interrogazione con richiesta di risposta scritta al Presidente del Consiglio dei ministri e al Ministro per i beni e le attività culturali sulla rinomina del Consiglio di amministrazione e del Presidente dell’Ente e su alcuni atti del CdA.
Riportiamo integralmente la trascrizione tratta dal sito del Senato.
Legislatura 14º – Aula – Resoconto stenografico della seduta n. 721 del 29/12/2004
Interrogazione n. 4-07924
FABRIS – Al Presidente del Consiglio dei ministri e al Ministro per i beni e le attività culturali – Premesso che:
con sentenza n. 7857/2004 il Consiglio di Stato ha annullato la deliberazione dell’Assemblea della SIAE del 26 giugno 2003 con la quale vennero designati il presidente e i componenti del onsiglio di Amministrazione;
il decreto legislativo n. 419/1999 sottopone la SIAE alla vigilanza del Ministero per i beni e le attività culturali;
l’articolo 13 del decreto legislativo n. 419/1999 prevede che i componenti del consiglio di amministrazione della SIAE siano nominati “con decreto del Ministro vigilante, tra esperti di amministrazione o dei settori di attività dell’ente, con esclusione di rappresentanti del Ministero vigilante o di altre amministrazioni pubbliche, di organizzazioni imprenditoriali e sindacali e di altri enti esponenziali”;
l’articolo 8 dello statuto della SIAE prevede che “il presidente, ferma la designazione della assemblea, è nominato ai sensi dell’art. 3 della legge 23 agosto 1988, n. 400”;
l’articolo 13 del decreto legislativo n. 419/1999 prevede anche che il compenso eventualmente spettante ai componenti degli organi di amministrazione, ordinari o straordinari, sia stabilito con decreto del Ministro vigilante, di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze, sulla base di eventuali direttive del Presidente del Consiglio dei ministri;
l’articolo 6 dello statuto prevede l’incompatibilità tra la carica di consigliere di amministrazione e quelle di membro dell’assemblea e di componente delle commissioni di sezione;
il 10 dicembre 2004, recependo quanto comunicato loro dal Ministero per i beni e le attività culturali, i tre consiglieri di nomina ministeriale insieme a due consiglieri designati dall’Assemblea con deliberazioni successive a quella annullata dal Consiglio di Stato hanno nominato il sostituto del presidente affinché questi potesse convocare l’Assemblea;
il 21 dicembre 2004 si è svolta l’Assemblea che, a quanto pare, ha confermato il maestro Franco Migliacci al vertice della società e i dottori Cugia, Natale e Cecchini come consiglieri di amministrazione;
durante la seduta n. 186 del 23 dicembre 2004, in Consiglio dei ministri “su proposta del ministro Urbani, è stata anche avviata la procedura per la nomina a presidente della SIAE del maestro Franco Migliacci, la cui designazione è stata confermata dall’Assemblea societaria dopo la decisione del Consiglio di Stato che ha annullato per vizi procedurali la precedente analoga designazione”,
si chiede di sapere:
se risponda al vero che la riunione del consiglio d’amministrazione del 10 dicembre 2004 è stata convocata lo stesso giorno del deposito della sentenza (3 dicembre 2004) dall’ormai ex presidente della società ;
se risponda al vero che ad oggi non è ancora stato redatto il verbale dell’Assemblea, documento imprescindibile per avviare la conseguente procedura di nomina e la relativa attività istruttoria, rientrante ‘ ai sensi del decreto del Presidente della Repubblica n. 174/2004 e del decreto ministeriale 24 settembre 2004, “Articolazione della struttura centrale e periferica dei dipartimenti e delle direzioni generali del Ministero per i beni e le attività culturali” ‘ tra le competenze del Dipartimento per lo spettacolo e lo sport, istituito presso il Ministro per i beni e le attività culturali;
quale sia il significato del comunicato della Presidenza del Consiglio dei ministri, nella parte in cui si dice che “su proposta del ministro Urbani, è stata anche avviata la procedura per la nomina a presidente della SIAE del maestro Franco Migliacci, la cui designazione è stata confermata dall’Assemblea societaria”, visto che in assenza del verbale e in mancanza di qualsiasi attività istruttoria da parte del Dipartimento per lo spettacolo e lo sport, non può legittimamente darsi seguito alla deliberazione del 21 dicembre 2004 che al momento non riveste alcun carattere di ufficialità e certezza giuridica e che, pertanto, non è suscettibile di essere sottoposta al necessario e preliminare vaglio di legittimità gravante sul Dipartimento per lo spettacolo e lo sport;
se sia vero che il consiglio di amministrazione della SIAE ‘ le cui elezioni sono state annullate ‘ ha determinato, autonomamente e in violazione del decreto legislativo n. 419/1999, l’entità dei compensi del presidente e dei componenti del consiglio d’amministrazione prevedendo cifre pari a più di 200.000 euro l’anno per il presidente e a più di 100.000 euro l’anno per i consiglieri;
se sia vero che il maestro Franco Micalizzi, uno dei consiglieri di amministrazione designati il 26 giugno 2003, si sia dimesso ma continui a percepire identico compenso e a partecipare alle sedute del consiglio di amministrazione ‘ percependo anche i relativi gettoni di presenza ‘ in qualità di consulente del presidente;
se risponda inoltre al vero che il maestro Franco Micalizzi per quasi sei mesi ha mantenuto sia la carica di consigliere di amministrazione che quella di membro dell’Assemblea senza che l’allora presidente Migliacci, nell’esercizio delle sue funzioni, abbia mai avvertito la necessità di garantire il rispetto delle disposizioni statutarie e la sicura validità delle delibere del consiglio d’amministrazione attraverso una esplicita e formale richiesta di immediate dimissioni del maestro Franco Micalizzi o dal consiglio d’amministrazione o dall’Assemblea;
se sia vero che il Dott. Ivan Cecchini, sin dalla sua prima nomina in seno al consiglio d’amministrazione avvenuta il 26 giugno 2003, ha mantenuto ‘ in palese violazione dell’articolo 13 del decreto legislativo n. 419/99 ‘ la carica di Direttore dell’AIE, che come è noto è l’organizzazione sindacale degli editori, senza che né il presidente Migliacci né il Ministero vigilante abbiano mai ravvisato la necessità di garantire il pieno e necessario rispetto della disposizione di cui all’art. 13, comma 1, lettera b);
se sia vero che il maestro Migliacci e i componenti del consiglio d’amministrazione annullato si sono in più di un’occasione rifiutati di trasmettere all’Amministrazione Vigilante le necessarie informazioni utili per lo svolgimento del dovere di vigilanza e per garantire il rispetto della legalità ;
se e quali iniziative intenda assumere, al riguardo, il Ministro per i beni e le attività culturali per garantire il rispetto della legalità e della legittimità , affinché le risorse destinate agli autori non siano depauperate per pagare compensi spropositati ed illegittimi ai consiglieri di amministrazione;
se e quali iniziative intenda assumere, al riguardo, il Ministro per i beni e le attività culturali per far recuperare alla società e quindi agli autori le somme illegittimamente ricevute dai consiglieri di amministrazione, specialmente ora che è intervenuta la sentenza di annullamento e che con essa è venuto meno, poiché la sentenza ha effetto retroattivo e i predetti consiglieri non possono certo considerarsi terzi in buona fede, l’unico titolo che legittimava questi signori a ricevere un qualsiasi compenso;
se sia vero che il consiglio d’amministrazione azzerato dal Consiglio di Stato ha assunto in più di un’occasione, sotto la presidenza del maestro Migliacci, delibere in violazione delle disposizioni statutarie e regolamentari, nonché delle norme inderogabili fissate dal decreto legislativo n. 419/1999 e dei principi di cui al decreto legislativo n. 165/2001;
se sia vero che con una semplice delibera del 7 settembre 2004 lo stesso consiglio d’amministrazione abbia modificato, violandole, le vigenti disposizioni regolamentari al preciso fine di perseverare in una gestione miope e clientelare delle sedi e delle filiali e delle circoscrizioni mandatarie;
se risponda al vero che con una semplice delibera del 7 settembre 2004 lo stesso consiglio d’amministrazione ha modificato, violandole, precise disposizioni statutarie e legislative a scapito delle funzioni gestionali dei dirigenti e ha introdotto norme in palese violazione del contratto collettivo di lavoro dei dirigenti;
se sia inoltre vero che in articulo mortis il consiglio d’amministrazione ha deliberato in modo repentino l’istituzione dell’ufficio di diretta collaborazione del presidente e del consiglio d’amministrazione, che – in totale dispregio delle disposizioni e dello statuto ‘ giunge a comprendere al suo interno intere strutture gestionali e ad ingerirsi ben oltre le funzioni proprie del presidente e del consiglio d’amministrazione, e che l’istituzione del predetto ufficio ha avuto l’ulteriore finalità di nominare altrettanto repentinamente un superdirigente e di conferire alla segretaria del presidente l’incarico di dirigente;
se sia vero che con una delibera del dicembre 2003, adottata sulla base di una relazione presentata dal Consigliere di amministrazione di nomina ministeriale, prof. Giuseppe De Vergottini, ordinario di diritto costituzionale presso l’Università di Bologna, il consiglio d’amminisrazione della SIAE, violando la Costituzione e la normativa sul lavoro, ha abolito la possibilità per i dipendenti di utilizzare l’istituto della conciliazione;
se e quali iniziative intenda assumere il Ministro per i beni e le attività culturali per garantire il ritorno ad un sistema di formale e sostanziale legalità , impedendo che i vertici della SIAE si reputino sempre arbitri e unici interpreti della legalità , manipolando le disposizioni legislative, statutarie e regolamentari come ha fatto sovente il consiglio d’amministrazione azzerato sotto la presidenza del maestro Migliacci tramite il ricorso a pareri legali, parziali e lacunosi, resi da autorevoli docenti universitari ordinari messi al libro paga dell’intera società , a giudizio dell’interrogante, al preciso fine di garantire gli interessi dei pochi fortunati membri del consiglio d’amministrazione, con l’obiettivo ulteriore di fornire delle improbabili pezze di giustificazione ad un costante atteggiamento di palese e dannosa illegittimità ;
come intenda il Ministro per i beni e le attività culturali garantire il pieno rispetto delle disposizioni normative (decreto del Presidente della Repubblica 174/2004 e decreto ministeriale 24 settembre 2004) relative all’organizzazione del Ministero per i beni e le attività culturali con particolare riferimento all’adempimento da parte del Dipartimento per lo spettacolo e lo sport dei compiti di vigilanza e dell’attività istruttoria concernente la proposta di nomina del presidente e dei consiglieri della SIAE, anche considerato che, poiché le precedenti nomine sono state annullate per vizi procedurali, occorrerebbe un’istruttoria ancor più approfondita e completa di quella che sarebbe necessaria in situazioni normali;
come intenda il Ministro per i beni e le attività culturali garantire e assicurare contemporaneamente che il presidente e 6 consiglieri su 9 siano designati dall’assemblea ma anche la necessità che alla guida di un Ente Pubblico di tale rilievo e importanza come la SIAE non accedano nuovamente persone che, a partire dal presidente Migliacci, non hanno dato alcuna prova di rispettare le disposizioni legislative e statutarie e ‘ come risulta dalla presa di posizione ufficiale della parte più importante della SIAE (ossia le Associazioni prevalenti della Sezione Musica che rappresentano l’80% del budget della società ) ‘ non si sono certamente distinti per capacità amministrative, avendo preferito, invece, dedicare il proprio tempo a determinare i propri compensi, a convocare riunioni su riunioni – come dimostrano i verbali – per ricevere lauti rimborsi spese e, cosa forse più dannosa per la Società , per intromettersi in scelte prettamente gestionali e di dettaglio, che in base ai decreti legislativi nn. 419/99 e 165/2001 spettano unicamente ai dirigenti.
La redazione