“Internet paradossalmente è uno stimolo alla lettura perché nessuno leggerà mai la Divina Commedia sul computer, quanto meno per ragioni oftalmiche. Però grazie a Internet i nostri ragazzi scoprono autori e libri. Il successo de ‘Il nome della rosa’ non è venuto dalle recensioni, né dalla pubblicità , ma dalla scommessa che i librai hanno fatto su quel libro. Anche Internet ha capito che il rapporto con libro è fisico, di spogliamento e toccamento: la nuova frontiera sembra essere quella che si chiama print on demand, andare dal libraio per farsi stampare il libro e se lo voglio con caratteri gotici corpo 16 lo posso avere così. E tanto peggio per me“.
Con queste parole, pubblicate su “La Repubblica” di domenica scorsa, Umberto Eco ha introdotto il Forum sulla lettura tenutosi a Bari il 6 e 7 novembre scorso, che segue gli Stati Generali dell’editoria svoltisi in settembre a Roma.
Per quest’occasione l’editore Giuseppe Laterza ha convocato editori e librai, bibliotecari e organizzatori di festival, rappresentanti delle istituzioni, di banche e di aziende, promotori di premi letterari. Per la prima volta in Italia si è svolto questo “Passaparola. Forum Nazionale del libro e della promozione della lettura”.
Gian Arturo Ferrari, della Mondatori, ha proposto agli editori di autotassarsi – sul modello dell’otto per mille – per istituire un fondo nazionale per salvare i libri e la lettura. Il rapporto tra lettura e sviluppo è stato trattato da Giuliano Vigini, responsabile della Editrice Bibliografica, che ha esposto un suo decalogo per la “coltivazione” del lettore, pianta rara proprio come il libro che rischia l’estinzione: “Prima di comprare, il lettore sceglie il libraio per il quale il libro non sia un pre-à -porter, ma un abito confezionato su misura“.
La redazione