Circola in rete da qualche giorno l’interrogazione a risposta scritta al Ministro dei Beni Culturali presentata dagli onorevoli M. Acerbo e P. Folena, di cui riportiamo integralmente il testo:
INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA AL MINISTRO DEI BENI CULTURALI
per sapere – premesso che:
in attuazione del ‘Patto di San Remo’è stato costituito presso il Ministero dei beni culturali un gruppo di lavoro che dovrebbe sovrintendere alla predisposizione di ‘codici deontologici’ per il contrasto alla diffusione abusiva di opere dell’ingegno e per la promozione del diritto d’autore;
il Patto di San Remo prevedeva che i suddetti codici venissero predisposti dai fornitori di servizi internet, dai titolari dei diritti d’autore e dai proprietari delle piattaforme distributive;
ad oggi, gli unici ad avere presentato un codice deontologico sono stati i fornitori di servizi internet -:
con quale titolo i rappresentanti dell’industria audiovisiva italiana (direttamente o tramite le loro associazioni di categoria) abbiano partecipato alle attività del gruppo di lavoro del Ministero dei beni culturali destinata ai fornitori di servizi internet;
se risponda al vero che questi soggetti, intervenendo sui contenuti del codice dei fornitori di servizi internet, abbiano richiesto che venissero imposti contrattualmente da parte dei fornitori dei servizi internet, a tutela dei propri interessi commerciali, degli obblighi di data-retention sull’uso dell’internet da parte dei clienti, che la normativa vigente riserva alle sole attività di contrasto al terrorismo;
quali garanzie intenda offrire per far sì che nelle modifiche alla disciplina del diritto d’autore vengano adeguatamente e concretamente tutelati anche gli interessi dei cittadini-consumatori, con particolare riferimento alla tutela della loro riservatezza e al rispetto dei diritti costituzionalmente garantiti;
quali iniziative intenda adottare per garantire una effettiva e concreta trasparenza nella predisposizione di atti normativi o para-normativi, nonché una partecipazione diretta aperta anche alle associazioni di utenti e cittadini;
se non ritenga che tali metodi rischino di sottrarre o facilitare la sottrazione della podestà legislativa del Parlamento.
All’interrogazione ha risposto l’industria culturale italiana con una lettera trasmessa al Governo e, in particolare, ai ministri Rutelli, Gentiloni e Nicolais (Beni culturali, Comunicazioni e Innovazione nella PA), che prende le distanze dal codice di autoregolamentazione presentato da AIIP e Asstel e formulato da Federcomin. Secondo i produttori di contenuti quel codice nulla ha a che fare con il Patto, uno strumento nato per combattere la pirateria, in particolare quella via Internet.
Nella lettera sono ricordati gli impegni sottoscritti da titolari dei diritti, dai provider e dai fornitori di servizi tramite le Linee Guida per l’adozione di codici di condotta, nati per “favorire la creazione di un ambiente digitale sicuro al fine di incoraggiare i titolari dei contenuti a mettere a disposizione del pubblico sulle reti telematiche il maggior numero possibile di opere nell’ambito di un mercato sostenibile per tutti i soggetti coinvolti”.
L’industria dei contenuti sostiene che il Codice di deontologia e di buona condotta dei fornitori di connettività non recepisce “se non in minima parte” le indicazioni provenienti dai titolari dei diritti. Si limita infatti a riprodurre i principi espressi dal Patto e le attuali normative in materia di diritto d’autore, senza occuparsi sul piano operativo di come arginare la pirateria. Codice di conseguenza bocciato dall’industria culturae, perché “incompatibile con la ratio e il contenuto del Patto di Sanremo”.
La lettera è stata firmata da AGIS – Associazione Generale Italiana dello Spettacolo, Alberto Francesconi – Presidente, AIE – Associazione Italiana Editori, Federico Motta – Presidente, ANICA – Associazione Nazionale Industrie Cinematografiche e Multimediali, Paolo Ferrari – Presidente, FAPAV – Federazione Antipirateria Audiovisiva, Fabrizio Ferrucci – Presidente, FIMI – Federazione Industria Musicale Italiana, Enzo Mazza – Presidente, FPM – Federazione Contro la Pirateria Musicale, Enzo Mazza – Presidente, SCF – Società Consortile Fonografici, Gianluigi Chiodaroli – Presidente, UNIVIDEO – Unione Italiana Editoria Audiovisiva, Davide Rossi – Presidente.