Le case discografiche sbagliano, dice il rapporto Forrester

Forrester Research, uno dei maggiori osservatori di mercato, ha divulgato un rapporto ove afferma che entro il 2005 le case discografiche perderanno 3,1 miliardi di dollari di potenziali vendite di musica, a fronte di un aumento progressivo della pirateria digitale e del numero di artisti che si produrrà da sé grazie a Internet.
Per l’editoria cartacea, la previsione di perdite è di 1, 5 miliardi di dollari.
“Il pubblico vuole avere libero accesso alle informazioni” sostiene Eric Scheirer, analista, “e nessuna legge o restrizione fermerà i pirati”.
Per Forrester la soluzione è nella riorganizzazione. Se avviene, il mercato potenziale che si aprirà è enorme e destinato a rappresentare una miniera di opportunità per l’industria. Scheirer consiglia ai produttori di competere con quanto è già sul mercato, come Napster, e di fornire contenuti nel modo voluto dal pubblico.
Forrester inoltre boccia senza appello il DRM (Digital Rights Management), la tecnologia che le etichette vorrebbero adottare per fermare il file-sharing, introducendo restrizioni all’uso e alla portabilità dei contenuti, al numero di copie che possono essere fatte e via dicendo.
Secondo Forrester non funzionerà , da una parte perché non fermerà il file-sharing e dall’altra perché questi sistemi rappresentano limitazioni all’uso e continueranno a spingere gli utenti verso le alternative come Napster o Gnutella.

La redazione – Fonte: Forrester

Su Giovanni d'Ammassa

Avvocato con studio in Milano dal 1997, coltiva sin dall'Università lo studio e l’insegnamento del diritto d’autore. Fonda Diritttodautore.it nel 1999. Appassionato chitarrista e runner.

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