La società di revisione Price WaterhouseCooper ha diffuso i dati relativi al primo semestre dell’anno che mostrano una nuova e più incisiva flessione nel mercato discografico italiano dopo il dato negativo dell’anno 2000.
Complessivamente il mercato cala del 9,44% a unità vendute e del 5,59%
a valore. Le unità vendute nel primo semestre dell’anno sono state
complessivamente 22 milioni circa rispetto ai 24 milioni del primo
semestre del 2000. Complessivamente il fatturato del primo semestre è
stato di 321 miliardi contro i 340 dello stesso periodo dello scorso anno.
Il cd album, la fetta più importante del mercato, ha perso il 3,21 % a unità e lo 0,91 % a valore.
I cd singoli calano del 6,9% a unità e del 2,09 a valore. Recupera nella
prima parte dell’anno il repertorio italiano che rappresenta il 47% del
mercato contro un 48,4% dell’internazionale che perde nella prima parte
dell’anno il 15%.
Diversi gli elementi che hanno determinato una situazione negativa nel
primo semestre dell’anno. Assenza di grandi uscite internazionali che sono invece previste in autunno, ulteriore crescita del fenomeno della
masterizzazione di cd. Secondo stime della società di consulenza Understanding & Solution, soltanto nel 2000 in Italia sono stati immessi sul mercato 125 milioni di cd vergini contro 35 milioni di cd registrati. Inoltre, i primi mesi dell’anno hanno significato per l’Italia l’esplosione del fenomeno Napster, con oltre un milione di navigatori italiani sistematicamente collegati ai server del sistema di distribuzione di musica online ora disattivato dopo una decisione dei giudici americani.
FIMI, Federazione industria musicale italiana, rappresenta oltre 100
aziende tra le quali le maggiori aziende del settore e più di novanta
etichette indipendenti.
L’industria discografica nel 2000 ha fatturato all’incirca 712 miliardi.
i dati sono sintetizzati in un documento in formato PDF.
La redazione – Fonte: FIMI