Si è svolto venerdì 24 maggio scorso, organizzato dall’Agcom, Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, il convegno “Il diritto d’autore on line – Modelli a confronto” ai fini dell’adozione del Regolamento contro la pirateria online. Presenti operatori del settore, istituzioni, esperti italiani e internazionali.
Marco Polillo, presidente di Confindustria Cultura Italia (CCI), ha dichiarato: “è arrivato il momento che ognuno si assuma le proprie responsabilità per consentire lo sviluppo dell’offerta dei contenuti culturali on line: il mondo dell’industria lo ha già fatto, adesso tocca a chi deve garantire il rispetto delle norme”. E’ la sfida lanciata oggi da , al convegno promosso dall’AGCOM sulla tutela del diritto d’autore on line.
“Chi produce cultura ” ha proseguito Polillo -, contrariamente al luogo comune che lo identifica come resistente all’innovazione, sta in realtà investendo molto per garantire un’offerta on line quanto più vasta possibile, consapevole delle opportunità proprie dell’economia digitale e della necessità di orientare l’offerta secondo le forme e le modalità auspicate dai consumatori. Anche il mondo dell’industria tecnologica ha preso piena consapevolezza dei presupposti per sviluppare un’adeguata offerta legale e conviene sulla necessità di arginare il fenomeno della pirateria on line operato su larga scala per lo più da siti esteri”.
“Chi produce e chi lavora nel mondo della produzione culturale ” conclude il presidente di CCI – non vuole violare la privacy degli internauti, né staccare la connessione a chi si scambia file on line, non vuole alcuna forma di censura (contro cui si è sempre battuta), né chiedere a chicchessia di filtrare quello che passa sulla rete. Lo mettiamo per iscritto. Vogliamo però allo stesso tempo che chi ha il potere di fermare i delinquenti che si arricchiscono alle spalle di chi lavora per la cultura lo faccia e ci auguriamo quindi che l’AGCOM, nel pieno rispetto delle normative internazionali, comunitarie e nazionali emani un regolamento che blocchi chi sfrutta illegalmente i nostri prodotti, sottraendo risorse a noi e allo Stato e posti di lavoro a chi vive di cultura”.
“Non c’è più tempo: o si decide di intervenire per tutelare davvero e senza riserve il diritto alla creatività e alle idee, e si adottano gli strumenti che tale tutela richiede e merita, o ci si deve consapevolmente abbandonare all’oblio, all’inevitabile e progressivo abbandono della produzione culturale, all’omogeneizzazione dei contenuti”. E’ questo il grido d’allarme lanciato dal direttore generale della SIAE, Gaetano Blandini.
“La mancanza di tutela del diritto d’autore aggredisce quotidianamente la possibilità di fare occupazione, aggredisce la produzione di idee, ed invece diffonde povertà a molti e concentra ricchezza su pochissimi – ha aggiunto Blandini ” Voglio anche sgombrare il campo da molti equivoci cavalcati da chi discute di copyright. Il diritto d’autore non c’entra nulla con la libertà d’espressione che nessuno mette in dubbio ed è cosa diversa dalla libertà di vedere tutelata la propria produzione autoriale. L’articolo 27 della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo chiarisce che ogni individuo ha diritto alla protezione degli interessi morali e materiali derivanti da ogni produzione scientifica, letteraria e artistica di cui egli sia autore. Il diritto d’autore è alla base del progresso di un Paese, della sua creatività e della sua cultura. Non esiste alcuna libertà che possa giustificare e rendere lecite iniziative di appropriazione di beni altrui, ivi incluso il bene oggetto di diritto d’autore”.
Da tempo l’Agcom è impegnata in consultazioni pubbliche, indagini conoscitive e altre iniziative che dovevano portare a un regolamento sul diritto d’autore online, annunciato dal precedente presidente Calabrò e mai emanato. L’attuale responsabile, Cardani, sta avviando un’approfondita riflessione sul mercato dei contenuti digitali.
“Il punto è che la ricchezza della rete – certamente data dalla pubblicità – viene concentrata su pochissimi e quel che è peggio essa è drenata dal territorio che quella ricchezza ha prodotto per essere esportata altrove ” ha proseguito Blandini – Non dico nulla di nuovo se ricordo che in Italia le società titolari dei motori di ricerca svolgono esclusivamente attività di marketing in favore delle proprie controllanti estere (cosi accade per Google Italia nei confronti di Google Inc. e Google Ireland) e sono quest’ultime a raccogliere fatturati di decine di miliardi di dollari di pubblicità senza restituire alcunché ai paesi che tale ricchezza hanno prodotto. E senza restituire alcunché (se non briciole) in favore di chi con la propria opera autorale rende possibile la stessa esistenza di quel tipo di attività (in realtà perfettamente editoriale). Mi chiedo e vi chiedo cosa avrebbero i motori di ricerca da indicizzazione, ordinare, catalogare e affiancare con tanta pubblicità (e quindi fatturare) se il mondo autorale morisse e smettesse di produrre. Io vi do la mia risposta: nulla”.
E il Direttore Generale della SIAE ha poi concluso: “Un altro mito da sfatare: è falso che chi viva di diritto d’autore voglia limitare la diffusione delle proprie opere su internet. E’ vero semmai il contrario. La SIAE, e con essa tutti i propri associati (autori o editori che siano), è in prima linea nel favorire quotidianamente la massima diffusione in rete di tutti i contenuti da essa tutelati. Questa è la vera sfida che però nessuno ha voluto sino ad oggi cogliere ed affrontare. Se si guarda ai dati dei maggiori mercati mondiali digitali, si scopre che l’Italia è ancora lontana dalle prime posizioni. E questo dipende dal livello della pirateria (superiore ad ogni altro Paese comparabile) e dall’assenza di misure di reale contrasto ad essa. Secondo i dati disponibili, e solo per fare un esempio concreto, l’Italia è al terzo posto assoluto al mondo nei download illegali di musica (non meno di 33 milioni nel 2012). Ciò che chiede chi produce creatività non è rallentare l’era digitale. Ma rafforzarla. Renderla quanto prima possibile non un mercato possibile, ma il nuovo mercato. Ciò che si chiede è diffondere la cultura della legalità , ossia fare in modo che tutti possano essere facilissimamente autorizzati a utilizzare contenuti protetti. Con l’unica condizione che ciò avvenga legalmente e nel rispetto della libertà fondamentale di chi quei contenuti ha prodotto. Ciò che si chiede è diffondere la cultura della legalità attraverso una offerta costante, ampia, semplice, agevole, ma (appunto) legale. Dall’altra parte la SIAE offre la sua più ampia collaborazione all’opera di coordinamento tra istituzioni introdotto dalla legge antipirateria del 2000. La SIAE è pronta a che il coordinamento possa evolversi nel senso di offrire all’Autorità il sostegno di uomini, mezzi e risorse per la collaborazione nella gestione delle procedure di notice and takedown in grado di portare all’inibizione selettiva di contenuti non autorizzati, fino all’inibizione di siti da considerarsi pirata”.
In rappresentanza della categoria artistica è intervenuto il Presidente del Nuovo IMAIE Andrea Miccichè, nella sessione pomeridiana, dedicata a “Gli strumenti di tutela”.
“Sono fortemente convinto” così inizia il suo intervento Andrea Miccichè – che internet e le nuove tecnologie rappresentino un’opportunità enorme per sviluppare il mercato dei contenuti digitali e quindi per accrescere l’offerta di opere creative a beneficio del sistema paese e dell’intera collettività . Oggi – continua- si rende più che mai necessario e improrogabile arginare il dilagante fenomeno della pirateria online che continua, inesorabilmente, a penalizzare la categoria artistica e tutta l’industria dei contenuti creativi con gravi conseguenze economiche, sociali e culturali”.
Il Nuovo IMAIE, infatti, è convinto che è possibile raggiungere obiettivi considerevoli solo garantendo il giusto equilibrio tra interessi coinvolti:
– quello degli utenti a fruire con agilità del prodottointellettuale;
– quello dei titolari dei diritti del prodotto intellettuale (e dunque delle categorie coinvolte).
L’intervento amministrativo di AGCOM dovrebbe anzitutto adottare una procedura di notice and takedownsnella ed efficace. Snella ed efficace quanto lo è la velocità della circuitazione del prodotto intellettuale on-line; disporre una procedura finalizzata ad inibire, per gli utenti italiani, l’accesso a portali o piattaforme costituite all’estero, che favoriscono lo scambio non autorizzato o la diffusione abusiva di opere protette. Tecnicamente ciò può essere effettuato in modo efficace e tempestivo bloccando l’indirizzo IP e DNS attraversolo strumento già in uso del Web Site Blocking che risulta essere estremamente efficace in termini di disincentivo e diminuzione degli accessi.
Infine L’AGCOM deve prevedere un impianto sanzionatorio proporzionato alla gravità della condotta illecita e ai danni provocati dallastessa. Quanto, infine, al fenomeno del File Sharing attraverso forme riconducibili al peer to peer, è opportuno prevedere la possibilità di sanzionare quei soggetti che agevolano o incentivano lo scambio illegale. Non sitratta, quindi, di colpire il singolo utente, con violazione della sua privacy, quanto piuttosto di intervenire verso server, tracker e simili che favoriscono e consentono lo scambio illegale del prodotto intellettuale.
“L’obiettivo primario del Regolamento ” conclude il Presidente Miccichè ” deve essere quello di inibire quelle piattaforme web transnazionali interamente pirata che distruggono la creazione artistica e sottraggono posti di lavoro in uno dei settori più importanti per l’economia del Paese. La cultura si difende attraverso un apparato legislativo che incentivi la produzione e ne tuteli la circolazione. L’adozione di un Regolamento che tenga conto di questo duplice obiettivo è imprescindibile se si intende garantire ai consumatori offerte vantaggiose ed ampie rispettando, al contempo, gli interessi dei titolari dei diritti”.