Anche la pirateria libraria si adegua al digitale. Lo ha scoperto la Società Italiana Autori Editori con una maxi-operazione denominata Ex files”, grazie alla quale sono stati individuati nei computer di normali copisterie oltre 5.000 files contenenti testi integrali di opere universitarie per lo più appartenenti alle facoltà di Medicina, Economia, Architettura e Giurisprudenza.
L’operazione, condotta in collaborazione con le Forze dell’Ordine, ha impegnato per una settimana i Servizi di Antipirateria della SIAE che hanno ispezionato oltre 200 esercizi commerciali (scelti a campione tra i 9.000 censiti dalla Società ) sparsi in tutte le regioni italiane, allo scopo di tutelare la proprietà intellettuale in campo editoriale.
Alla vigilia della presentazione da parte del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e dell’Accademia dei Lincei del sito della Biblioteca Digitale Italiana dunque, la pirateria digitale, dopo la musica e il cinema, colpisce anche l’editoria libraria. Le copisterie dove sono stati individuati i files, oltre a 2.000 testi pronti per essere consegnati (circa 3 milioni e mezzo di pagine fotocopiate con un danno di 1 milione di euro), mettevano a disposizione dei clienti il proprio archivio digitale, dopo avevano riprodotto integralmente testi universitari precedentemente scannerizzati.
Operavano, insomma, a livello commerciale come vere e proprie librerie. Il servizio veniva offerto anche all’interno delle Università , con avvisi in bacheca che proponevano la prenotazione e la vendita dei testi. Per averne una copia bastava ordinarli con il computer e i testi venivano stampati in pochi minuti. Tutto questo a danno degli autori, degli editori e di tutta la filiera del settore del libro, che comprende anche tipografie, librerie e traduttori.
Le perdite sono calcolate in oltre 300 milioni di euro e 5.000 posti di lavoro sottratti all’industria editoriale, secondo gli ultimi dati diffusi dall’Associazione Italiana Editori (AIE).
La legge n. 248/2000 che ha allineato la normativa italiana a quella in vigore da tempo in molti Paesi europei, prevede la possibilità di fotocopiare le opere protette, ma solo per uso personale (lettura, studio ecc.) e nei limiti del 15 di ciascun volume. Agli autori e agli editori è dovuto un compenso, che viene corrisposto dai responsabili dei centri o punti di riproduzione. In applicazione di tale normativa la SIAE, con l’AIE e con le Associazioni degli scrittori (SNS, il Sindacato Nazionale Scrittori, SLSI, il Sindacato Libero Scrittori Italiani, UIL-UNSA, l’Unione Nazionale Scrittori e Artisti), ha firmato un accordo con le Associazioni di categoria dei centri di riproduzione, per regolare i diritti d’autore sulle fotocopie di opere protette. Queste norme sono però spesso ignorate ed i libri vengono integralmente fotocopiati.
Fonte: S.I.A.E.”