La Guardia di finanza di Brescia, nell’ambito dell’operazione soprannominata “Free Football“, coordinata dalla Procura di Roma, su richiesta del Gip di Brescia, ha proceduto a notificare un decreto di sequestro preventivo nei confronti di 114 server provider.
Questi siti operavano nell’ambito della diffusione illecita di contenuti protetti dal diritto d’autore.
L’offerta di contenuti era organizzata puntualmente con una programmazione e un palinsesto, sia in streaming live (ovvero in diretta) che in modalità on demand (ovvero a richiesta dell’utente).
Ci si chiede: ma dov’è l’errore?!
Non si può dire che oggi i costi siano proibitivi, anzi.
L’offerta di contenuti (serie tv, film, programmi, etc.) da parte di sempre nuove piattaforme “legali” (Netflix, Infinity, Prime Video, per citarne alcune, oltre a quelle “in chiaro” come Raiplay e Mediasetplay) è cresciuta in modo esponenziale, proporzionalmente al decremento dei costi di abbonamento.
Quindi, l’insistenza nella fruizione di contenuti pirata, ci si chiede, risiede nell’ignoranza delle norme e/o mancata percezione dell’illiceità di queste pratiche o si tratta piuttosto del gusto di “trasgredire” le regole che sembra più pervasiva?
Bisognerebbe informare di più il pubblico di utenti anche della circostanza che questi fenomeni sono legati alla malavita e al riciclaggio.
La questione è aperta.
Per informazioni, vai al link.
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