Il pezzotto è duro a morire: è un problema culturale

Una settimana fa è stata trionfalmente annunciato il buon esito dell’operazione “Ecclisse” condotta dalla Guardia di Finanza in Italia in contemporanea con altre 5 nazioni, (e anche noi abbiamo dato risonanza con il nostro articolo) con numeri da capogiro (100 i militari del Nucleo Speciale Frodi Tecnologiche coinvolti, 5 milioni solo in Italia gli utenti “abbonati” ed oltre 700 mila che erano online nel momento in cui è scattato il sequestro).

Ma a pochi giorni da questa operazione si apprende dalle principali testate giornalistiche che il pezzotto non è affatto scomparso, ma è anzi attivissimo.

Si è verificato che parte degli abbonati, evidentemente per nulla impauriti dal rischio di incorrere nelle sanzioni minacciate dalle Autorità, che avevano annunciato di poter risalire con i dati di pagamento a tutti gli utenti, erano nuovamente collegati illegalmente.

Gli utenti infatti sono stati subito dotati di nuovi codici e istruzioni per riattivare il funzionamento del pezzotto.

Pare anzi che il gestore di «Itruststreaming», Iptv illegale che diffonde oltre 5000 canali, attraverso un video caricato su YouTube si sia rivolto direttamente agli abbonati per spiegare come procedere per riprendere la visione delle trasmissioni.

Il timore di perdere “clienti”? la paura di dover rispondere per interruzione di servizio “pubblico”? Oppure solo una sfida alle Autorità?

A parte il carattere stupefacente (oltre che grottesco) di questo intervento su YouTube a tutela degli utenti di un servizio illegale, è chiaro che l’offerta continuerà ad esserci fino a quando non sarà cessata la domanda.

Ma la domanda cesserà a propria volta solo quando si sarà sufficientemente “rafforzata” la cultura del diritto d’autore e dell’impresa che ruota intorno alla diffusione di contenuti creativi (film, serie o programmi tv, musica, etc.) o quanto meno il timore di incorrere in sanzioni.

Si ripete: è illegale fruire di contenuti in streeming senza aver sottoscritto il legittimo abbonamento ed oltre a violare i diritti dei titolari (autori, produttori, attori, etc.), si rischia di incorrere in sanzioni penali.

Una censura morale dovrebbe aggiungersi agendo da deterrente anche considerando che la pirateria alimenta il mercato del malaffare.

Se si sottraggono le giuste risorse economiche al settore artistico-culturale, la creatività che tanto arricchisce, intrattiene e diverte il pubblico si disperde e muore.

Ci si augura quindi che le autorità politiche incrementino i messaggi a tutela e promozione del diritto d’autore presso il pubblico, soprattutto più giovane, perché anche se semplicemente ricondotta nei termini del socialmente accettabile, come ogni altra forma di criminalità, la riduzione del fenomeno della pirateria sarà comunque un “guadagno” per tutti.

Per saperne di più: link. 
#pirateria #pezzotto #serietv #streeming

 

Su Giorgia Crimi

Avvocato, opera nel settore musica e media, collabora con lo Studio legale d'Ammassa & Partners. Legal coach per artisti, cantante jazz, compositrice e autrice musicale.

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