Il compartimento della Polizia Postale e delle Comunicazioni di Roma ha posto sotto sequestro preventivo e oscurato 27 indirizzi web. I monitoraggi eseguiti dagli investigatori hanno consentito di accertare l’esistenza di una vera e propria piattaforma alternativa ai servizi offerti dalle emittenti a pagamento e dall’industria cinematografica, con una disponibilità potenzialmente infinita di prodotti da offrire al pubblico, tra cui spiccano molti film attualmente in prima visione nelle sale.
I Servizi Antipirateria della Direzione Generale e l’Ufficio Multimedialità della SIAE hanno collaborato al monitoraggio e agli accertamenti amministrativi ed hanno confermato che i siti oggetto di indagine non erano autorizzati alla divulgazione. La SIAE ha stimato inoltre che si è trattato di uno dei più rilevanti sequestri a livello mondiale e il primo di queste proporzioni in ambito europeo, considerando che il danno complessivo ammonta a circa 1,5 miliardi di euro, di cui 800 milioni nel settore dei film e 700 milioni in quello della musica.
La maggior parte dei server interessati sono attestati in Paesi di quattro continenti (Australia, Usa, Belize, Cina, Russia, Moldavia, Romania, Olanda, Svizzera, Francia e domini in Usa, Seychelles, India, Australia, Svizzera, Panama, Regno Unito, Germania); inoltre molti domini sono ospitati in Paesi diversi da quelli dell’ubicazione del server (Australia, Usa, India, Seychelles, Panama, Regno Unito, Germania, Svizzera), circostanza che ha determinato una serie di complicazioni tecniche e procedurali per poterne inibire la fruibilità dalle piattaforme telematiche italiane. I siti web pirata, infatti, attuano l’escamotage di ubicarsi in “paradisi” web, dove la normativa locale è meno restrittiva.
Difficoltà che sono state comunque aggirate attuando nella rete un blocco dei DNS, realizzando un “muro invisibile” sui confini italiani in modo da impedire il raggiungimento dei domini dal territorio nazionale. Le indagini hanno consentito di accertare che numerosi siti web permettevano di visionare in streaming o di effettuare il download di circa 400.000 files relativi a film, oltre che di un numero molto superiore di prodotti audio e software diffusi in violazione del diritto d’autore.
“Si calcola che, per i danni arrecati dalla pirateria, nel giro di 3 anni si perderanno più di ventimila posti di lavoro ” ha dichiarato Vito Alfano, direttore dei Servizi Antipirateria della SIAE – Parliamo di circa 3 miliardi di euro l’anno per il solo diritto d’autore: incassi in nero che vanno a finire non si sa dove e che potrebbero alimentarli altri mercati criminali”.
Il rischio ” ha proseguito Alfano ” è quello di “un futuro in cui arte e musica come li conosciamo non esisteranno più”.
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