Sono Napoli e Roma a comandare la classifica delle città italiane dove è più grave il fenomeno della pirateria musicale.
I dati, annunciati oggi in un convegno promosso da FPM, Federazione contro la pirateria musicale, e da Vendomusica, organizzazione che rappresenta i commercianti di dischi, confermano la forte diffusione del fenomeno in Italia.
Nella top ten delle città con il più alto tasso di pirateria figurano anche Pescara, Catania, Milano, Bari, Messina e Pistoia.
Tra le regioni, in testa la Campania, seguita da Lazio, Toscana e Sicilia.
I prodotti pirata, sempre secondo l’indagine FPM/Vendomusica, sono posti in commercio per il 50 % da venditori ambulanti, bancarelle permanenti o saltuarie, il 28 % da esercizi commerciali in varie forme, il 26 % da privati. Nel 2000 le forze dell’ordine hanno sequestrato oltre 1 milione e mezzo di compact disc pirata, arrestando 96 persone. 593 i masterizzatori sequestrati.
Chiusi anche oltre 600 siti internet abusivi e 12 siti cloni di Napster, ovvero server italiani che utilizzavano la tecnologia software del popolare sito USA per scambiare brani abusivamente duplicati.
In Italia, il fenomeno della pirateria musicale copre il 25 % del mercato con un fatturato illegale di oltre 150 miliardi gestito in particolare dal crimine organizzato. Dal settembre scorso l’Italia ha adottato una nuova normativa in materia di diritto d’autore che ha introdotto nuove e più elevate sanzioni e misure contro la contraffazione musicale con pene che possono arrivare fino a 4 anni di carcere, oltre a sanzioni amministrativa per centinaia di milioni.
La redazione – Fonte: FPM