India: le Major musicali chiedono aiuto al governo

Una nuova minaccia si prospetta all’orizzonte per l’industria musicale indiana.
Infatti, oltre Pakistan e Malesia, altri Paesi sembra stiano per divenire dei centri di riproduzione di materiale illegale destinato al mercato indiano, aggravando ancora di più la situazione dell’industria discografica della Nazione.
Ai citati Paesi si andranno infatti ad aggiungere Egitto e Bangladesh nei quali proliferano impianti per la duplicazione di prodotti pirata.
I dati sono stati esplicitati nell’ambito della Confederation of Indian Industry dalle major musicali, rappresentate dalla Indian Music Industry.
CII ha espresso la necessità di un intervento più deciso da parte dei governi di Pakistan e Malesia per arginare e combattere il fenomeno della pirateria.
I dati forniti hanno inoltre evidenziato come il reddito generato dalla vendita di prodotti illegali in campo musicale sia nettamente superiore a quello derivante dalla commercializzazione di prodotti ufficiali.
Per quanto riguarda il mercato interno sono state avanzate alcune proposte per migliorare la situazione tra le quali la determinazione di pene certe per coloro i quali violano il copyright, un indennizzo stabilito dalla legge per i detentori dei diritti violati, erogazione di fondi speciali per combattere la pirateria, istituzione di forze di polizia con il compito di tutelare la proprietà intellettuale.
In ultimo l’industria musicale propone di eliminare la tassazione (VAT) per ridurre il prezzo di vendita

La redazione (RB)

Su Giovanni d'Ammassa

Avvocato con studio in Milano dal 1997, coltiva sin dall'Università lo studio e l’insegnamento del diritto d’autore. Fonda Diritttodautore.it nel 1999. Appassionato chitarrista e runner.

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