Indagine BSA sulla pirateria

L’Italia conquista la quarta posizione nel mondo, ma il primato non le fa onore: si tratta infatti della classifica della pirateria informatica, stilata dalla Bsa, l’organizzazione internazionale che combatte il fenomeno.
Con un giro d’affari di oltre 700 miliardi di lire l’anno, il Belpaese si è dunque piazzato al quarto posto dopo Russia, Cina e Brasile. Soltanto sul fronte musicale lo scorso anno sono stati sequestrati 1 milione e 620 mila cd, 750 mila musicassette e 268 impianti (in prevalenza masterizzatori): le persone arrestate sono state 22 e quelle denunciate a piede libero 190. I dati sono stati resi noti nella prima giornata del “Corso interforze sulla criminalità informatica e la tutela delle opere dell’ingegno”, organizzato da Bsa, associazione internazionale senza scopo di lucro che si occupa della lotta contro la duplicazione illegale del software, Fapav (Federazione antipirateria audiovisiva) e Fpm (Federazione contro la pirateria musicale), in collaborazione con la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Torino e il Politecnico.
“La criminalità informatica – ha precisato Claudia Pavoletti, responsabile antipirateria di Bsa – costituisce un problema non solo economico, ma anche sociale, visto che negli ultimi tre anni questo fenomeno ha mandato in fumo oltre 200 mila posti di lavoro”. Nel mondo il mercato della pirateria elettronica vale oltre cinque miliardi di dollari e rappresenta il 33% delle vendite complessive.
Secondo Enzo Mazza, presidente della Fpm, i nuovi formati di riproduzione e trasporto della musica, come il cosiddetto Mp3, “hanno favorito l’ulteriore diffondersi della pirateria musicale via Internet”. “Nel mondo – è stato precisato – sono presenti 3mila siti in 30 Stati con oltre 800 mila file mp3 non autorizzati. I brani musicali che vengono messi in rete ogni mese sono 70 mila e gli Stati con maggiore pirateria Internet sono gli Stati Uniti e il Canada, seguiti da Austria, Olanda e Cile. Ogni giorno ci sono tre milioni di downloading, cioè di scaricamenti sul proprio computer di brani musicali”. I siti illegali chiusi dalla Fpm sono stati, nel 1999, oltre 500.
La Procura di Torino, attraverso i magistrati che compongono il gruppo denominato “colpa professionale, tutela del territorio e reati informatici”, è stato il primo ufficio giudiziario italiano ad attivarsi su questa materia. “La Procura – ha spiegato il pm Cesare Parodi che, con il collega Andrea Calice, è tra i più attivi magistrati su questo fronte – ha chiesto alcune modifiche al codice di procedura penale che metterebbero la polizia giudiziaria in grado di estendere a tutti i reati gli strumenti disposti dal governo italiano in materia di pedofilia telematica. Bisogna rendersi conto che il codice è totalmente inadeguato per rispondere efficacemente e tempestivamente sulla materia informatica e telematica”.
Fonte: Il Sole 24 Ore ‘ 22/03/00

Su Giovanni d'Ammassa

Avvocato con studio in Milano dal 1997, coltiva sin dall'Università lo studio e l’insegnamento del diritto d’autore. Fonda Diritttodautore.it nel 1999. Appassionato chitarrista e runner.

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