Business Software Alliance: tolleranza zero verso la pirateria

Business Software Alliance (BSA) presenta i risultati delle attività di enforcement, civile e penale, sviluppate nel corso del 2010, sia a livello nazionale che dell’intera regione EMEA.
Si tratta di risultati molto interessanti, specie in quanto realizzati nel corso di un’annata non facile per il settore informatico nel suo complesso: infatti, risulta che il “total cost to business” dell’impiego di software pirata è stato di oltre 520.000 euro (quasi 13 milioni di euro a livello EMEA).
Queste cifre rappresentano la somma dei costi sostenuti dalle imprese scoperte ad utilizzare programmi senza licenza per accordi extra giudiziali e di quelli sostenuti per l’acquisto delle regolari licenze necessarie per dotarsi delle medesime risorse software legali. Per questo si può affermare che il costo complessivo dell’utilizzo di software pirata per le imprese italiane sia cresciuto del 234% rispetto al 2009 (la percentuale è del 110% a livello EMEA).
In Italia, in particolare, l’attività civile – curata dallo studio LGV Avvocati – si affianca all’attività penale, condotta sul territorio da parte della Guardia di Finanza, che nel corso di 91 operazioni di verifica ha richiesto la collaborazione dei consulenti tecnici di BSA. Nel corso di queste indagini è stato rinvenuto software illegale per un controvalore di oltre 1,5 milioni di euro e sono state comminate sanzioni amministrative per 3 milioni di euro. Oltre 56 responsabili aziendali e imprenditori sono stati inoltre denunciati alla Magistratura per infrazioni alla legge sul diritto d’autore.
“Secondo i dati dell’ultimo studio IDC almeno il 49% del software in Italia è illegale”, commenta Matteo Mille, Presidente di BSA Italia. “E che la pirateria continui a essere un problema endemico del nostro sistema lo dimostra il fatto che, per quanto il dato sia statisticamente grezzo, nel corso delle proprie indagini la Guardia di Finanza scopre aziende che utilizzano software pirata in ben il 62% dei casi, percentuale ben più alta di quanto stimato da IDC”.
“Sono cifre inconcepibili in una nazione avanzata dell’Unione Europea”, conclude Mille. “Per questo riteniamo fondamentale che tutti gli operatori – utenti, ma anche dealer, consulenti e system integrator – comprendano che un mercato trasparente e legale è un valore essenziale per tutti, non solo per i produttori di software”.

Su Giovanni d'Ammassa

Avvocato con studio in Milano dal 1997, coltiva sin dall'Università lo studio e l’insegnamento del diritto d’autore. Fonda Diritttodautore.it nel 1999. Appassionato chitarrista e runner.

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