Giuffrè
COLLANA: DIRITTO DELLE NUOVE TECNOLOGIE
Euro 28,00 – pag. XVIII-262
Codice volume 2068-60 – Codice ISBN 88-14-14501-6
Da qualche anno, l’innovazione tecnologica ha sconvolto il sistema delle telecomunicazioni. Le tre piattaforme tradizionali (telefono, televisione, internet) si sovrappongono nell’area della “convergenza”. Il diritto delle telecomunicazioni, tradizionalmente regolato dal diritto pubblico, oggi è regolato da norme privatistiche. Con gli interventi della Corte costituzionale e sulla spinta del diritto comunitario, dal monopolio di Stato nelle Poste, nella Televisione, nella Telefonia si è passati, con le privatizzazioni e la liberalizzazione dei servizi, a un sistema concorrenziale.
In questo quadro, il diritto d’autore sta vivendo la sua crisi.
Un settore del diritto, tradizionalmente associato alle più elevate ed elitarie espressioni dell’ingegno umano, alla musica, alla pittura, alla scultura e alle opere letterarie si trova, improvvisamente, proiettato nel mondo della tecnologia più avanzata e sofisticata. E da scudo di autori, compositori, musicisti ed artisti squattrinati, è divenuto “arma di distruzione di massa”.
Secondo alcuni, siamo tutti pirati. E occorre sorvegliare la rete, per giungere a controllare l’intera area della “convergenza”. Non esistono più, nel nuovo diritto d’autore, “utilizzazioni libere”, ma solo “eccezioni e limitazioni”.
Questo studio vuole essere una difesa della “copia privata” e della liceità della “riproduzione per fruizione” di ogni opera.
Occorre, nell’area della convergenza, difendere i diritti costituzionalmente garantiti di libertà di comunicazione, di riservatezza, di libera diffusione della cultura.
I principi da difendere nell’era della convergenza sono i diritti economici del fornitore di contenuti – e quindi dell’autore – e il diritto all’informazione e alla fruizione della cultura.
Il punto di equilibrio è individuato, in questa ricerca, nell’uso personale, che appartiene storicamente alla stessa filosofia del diritto d’autore e che, nell’era tecnologica, si estrinseca e presuppone il diritto alla copia privata per uso personale. Diritto che deve tener conto della libera riproduzione per fruizione dell’opera protetta.
L’opera conclude che non siamo tutti pirati e che occorre trovare il modo di distinguere tra le organizzazioni criminali dell’industria del falso e cittadini della Repubblica: i primi vanno combattuti, i cittadini lasciati stare.