A cura dell’Avv. Giovanni d’Ammassa
Ultimo aggiornamento: 3 gennaio 2014
Il campionatore è uno strumento (hardware o software) che permette l’acquisizione in digitale di qualsiasi evento sonoro (rumore, brano musicale strumento musicale) e di riprodurlo da una tastiera elettronica o da un computer. Il campionatore offre straordinarie possibilità di utilizzo sia nel momento compositivo di un’opera musicale, sia nella fase di realizzazione della stessa.
Suoi determinati utilizzi però creano alcuni problemi di natura giuridica, che metteremo a fuoco in questa pagina.
Fintantoché il campionatore è utilizzato per la creazione di nuove timbriche ottenute dall’acquisizione di singoli eventi sonori inusuali, quali il cofano della macchina sbattuto, il motore del frigorifero, colpo di tosse, urla, grida, martellate sul calorifero ecc., non c’è nulla da dire: la natura e i rumori creati dall’uomo sono una fonte inesauribile di suoni.
I guai di natura giuridica, iniziano quando il musicista campiona sia singoli eventi sonori tratti da registrazioni fonografiche altrui, sia intere frasi musicali, lanci di batteria, figurazioni di fiati, archi orchestrali, ecc…
In altre parole, il musicista che inizia a realizzare un collage timbrico con pezzi di altre canzoni, sovrapponendoli a una base ritmica originale, fino a che punto ruba il lavoro di altri musicisti e fino a che punto è giustificato dalle esigenze artistiche che sente di dover espletare? Campionare le registrazioni altrui è lecito?
L’opinione degli operatori di diritto è che l’utilizzazione di un campionamento di una registrazione fonografica tutelata ai sensi degli artt. 72 e ss. l.d.a. sia soggetto a una autorizzazione preventiva: i musicisti che utilizzano frasi campionate nelle loro composizioni devono raggiungere un accordo con i titolari dei diritti per ottenere il permesso di utilizzare i campioni, generalmente dietro il versamento di un compenso.
Nel passato soprattutto negli Stati Uniti, dove il fenomeno aveva raggiunto proporzioni rilevanti in determinati generi musicali, vi sono state condanne esemplari che hanno costretto gli artisti che avevano illecitamente usato campionamenti di registrazioni altrui al ritiro dell’opera in commercio e al risarcimento dei danni e di salatissime spese legali.
Comunque è indubbio che la linea di demarcazione tra l’appropriazione illecita e l’utilizzo creativo di frammenti sonori tratti da altre opere è molto sottile, e la sua individuazione può essere lasciata solamente alla discrezionalità del magistrato.