A cura del dott. Marco Bertani
Ultimo aggiornamento: 14 giugno 2004
Sul sito web della Free Software Foundation è presente questo diagramma che mostra quali siano le relazioni tra i vari metodi di distribuzione del software.
Innanzitutto si può notare come l’area del free download, ossia del software scaricabile gratuitamente da Internet, intersechi tutti gli altri insiemi. Infatti la circostanza che un programma sia gratuitamente scaricabile non ha nulla a che vedere con quanto previsto in tema di libertà per l’utente dai termini distributivi contenuti nel contratto di licenza.
Allo stesso modo l’accessibilità al codice sorgente non è di per sé indicativa del fatto che il programma sia software libero / open source. Vi sono infatti programmi distribuiti con licenze c.d. proprietarie, cioè che limitano in qualche modo la possibilità degli utenti di eseguire, copiare o modificare liberamente il software, i quali sono però accompagnati dal codice sorgente. Questo, come detto, non rende un programma software libero / open source, se non si accompagna alla concessione delle libertà proprie di questo tipo di distribuzione, per l’attuazione delle quali l’accesso al codice sorgente costituisce semplicemente un prerequisito. All’interno dell’insieme del software libero / open source, è racchiuso l’insieme che distinguono il software distribuito con licenze che contengono condizioni di permesso d’autore, c.d. copyleft, e in particolare i programmi coperti dalla licenza GPL, la quale è quella che più strettamente attua tali principi.
Vi sono inoltre alcune categorie di software che utilizzano denominazioni molto diffuse, come ad esempio freeware, shareware, trialware, etc., le quali non corrispondono però a caratteristiche ben delimitabili per quanto riguarda i termini distributivi.
– Freeware. Pur essendo molto utilizzato, a questo termine non è possibile associare una precisa categoria di termini distributivi. Con freeware si indicano genericamente programmi che possono essere liberamente utilizzati e distribuiti, ma non modificati e dei quali non è disponibile il codice sorgente.
– Shareware. Anche questo termine accomuna programmi distribuiti con condizioni di licenza diverse tra loro. La caratteristica comune a tali condizioni è quella di rendere liberamente ridistribuibile il software oggetto di licenza. È però solitamente richiesto un corrispettivo economico alla possibilità di utilizzare il programma, anche se talvolta l’utilizzo viene concesso gratuitamente a chi impiega il programma per usi non commerciali o a fini didattici.
– Trialware, Demo, Advertiseware. Nel caso di software distribuito sotto l’etichetta di trialware o demo version, si tratta di versioni di programmi, distribuite gratuitamente, destinate ad una prova da parte dell’utente per promuovere il programma ed indurre alla sottoscrizione di un contratto di licenza a pagamento. Queste versioni presentano limitazioni di vario genere: spesso sono funzionanti solo per un periodo limitato di tempo, oppure non permettono di sfruttare tutte le funzioni del programma, o ancora consentono di creare documenti adatti solo ad una prova o che non possono essere salvati o stampati. In altri casi vi sono programmi che contengono messaggi pubblicitari o impongono altre forme di pubblicità in cambio della possibilità di utilizzare il programma (advertiseware).
Va infine preso in considerazione quel software che ricade nell’area del pubblico dominio, cioé non protetto dal diritto d’autore. Poiché la tutela autorale sorge automaticamente al momento della creazione dell’opera, deve essere l’autore a rinunciare a tutti i diritti e a porre il programma nel pubblico dominio. Il software di pubblico dominio può essere oggetto di appropriazione da parte di chiunque, e può quindi essere utilizzato, modificato, nel caso sia disponibile anche il codice sorgente, e distribuito senza necessità di alcun permesso da parte dell’autore. I diritti morali sull’opera, in particolare il diritto a vedere riconosciuta la paternità del programma, sono comunque, nella normativa italiana, irrinunciabili e quindi restano in capo all’autore anche qualora questi decida di rinunciare a tutti i diritti di utilizzazione economica sul programma.
Riferimenti bibliografici:
Free Software Foundation (a cura di), Classificazione del software libero e non, reperibile all’indirizzo: http://www.gnu.org/philosophy/categories.it.html
Eric S. Raymond, The Jargon File, reperibile all’indirizzo:
http://www.catb.org/~esr/jargon/
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