Giorgia Crimi

Avvocato, opera nel settore musica e media, collabora con lo Studio legale d'Ammassa & Partners. Legal coach per artisti, cantante jazz, compositrice e autrice musicale.

Amazon offre servizi di assistenza legale alle imprese

È notizia di pochi giorni fa che Amazon abbia lanciato il progetto Amazon Intellectual Property Accelerator, un programma che aiuta le imprese, prevalentemente PMI, a ottenere più rapidamente (probabilmente a costi competitivi) i titoli di proprietà intellettuale e tutelare le proprie idee.

Nel caso di specie, il colosso dell’e-commerce si propone come una Hub che metterà in relazione le aziende con le società in grado di fornire supporto legale specificamente nel campo della proprietà intellettuale.

Gli studi professionali, preselezionati da Amazon, praticheranno delle tariffe agevolate, supportando le aziende nelle loro esigenze di tutela, nonché con progetti e strategie di posizionamento del marchio.

Per saperne di più,  clicca qui.


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Premio Bianca d’Aponte: le finali ad Aversa

Il 25 e 26 ottobre si terranno al Teatro Cimarosa di Aversa le finali del “Premio Bianca d’Aponte” 2019, giunto alla sua 15^ edizione.

Il contest, dedicato a Bianca, sensibile artista prematuramente scomparsa, è integralmente al femminile ed ogni anno premia 10 talentuose artiste italiane.

L’iniziativa nasce e si pone come uno strumento di promozione del talento delle cantautrici, con l’obiettivo di valorizzare quella accentuata sensibilità, tutta femminile, che per contro talvolta costituisce causa di discriminazione di genere, anche nella musica, perché “le donne hanno una bella penna, ma talvolta non arrivano ai risultati meritati forse perché penalizzate dal fatto di essere troppo introspettive” come afferma il Patron del Premio, Gaetano d’Aponte.

Gaetano, padre di Bianca, è il geniale ideatore del Premio e ne costituisce anche il motore, grazie alle sue capacità di riunire di anno in anno ospiti straordinari (quest’anno la madrina sarà Tosca e eccellenti saranno anche le personalità del Comitato di Garanzia) e al fatto di sopportare quasi integralmente i costi e le responsabilità organizzative della complessa della manifestazione.

Il Bianca d’Aponte non solo resta una della ultime manifestazioni a partecipazione del tutto gratuita (e senza i discutibili limiti di età che caratterizzano la maggior parte dei contest musicali), ma grazie all’opera incessabile ed al coraggio degli organizzatori è oggi uno dei premi musicali più ambiti ed importanti a livello nazionale ed europeo, una vetrina di pregio per le artiste, ma anche un’occasione rara di confronto tra le stesse e alcuni dei più importanti (ed inarrivabili) addetti ai lavori del mondo della musica e dello spettacolo.

Artiste e operatori del settore si trovano infatti in una condizione unica in cui possono scambiare idee e confrontarsi in un ambiente non competitivo, familiare e fuori dal tempo e dallo spazio.

Importante evidenziare che, da qualche anno, l’iniziativa è patrocinata da Nuovo Imaie che dà diritto ad un tour di 8 concerti (realizzato grazie ai fondi di cui all’art 7 della L. 93/92) assegnato alla vincitrice assoluta o ad una delle finaliste.

Nel corso della manifestazione sono poi previsti workshop e incontri formativi.

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Secondary ticketing Vs biglietto nominale: Assomusica si schiera contro la disciplina introdotta dalla Legge di Bilancio 2019

L’obbligo del biglietto nominale è entrato in vigore da poco, ma già si sono scatenante le polemiche.

Dal primo luglio, infatti, è entrata in vigore la nuova disciplina introdotta dalla legge di bilancio 2019, finalizzata al contrasto del fenomeno del secondary ticketing, che tanti danni ha già creato al settore del live in Italia.

La stessa innanzitutto stabilisce che la vendita dei biglietti effettuata da soggetti diversi dai titolari dei sistemi per la loro emissione (organizzatori degli spettacoli e titolari di biglietterie automatizzate autorizzate) è punita, salvo che il fatto non costituisca reato, con l’inibizione della condotta e con una sanzione amministrativa pecuniaria da € 5.000 a € 180.000; nei casi più gravi, è previsto anche l’oscuramento del sito internet attraverso il quale la violazione è stata posta in essere.

Inoltre i titolari dei sistemi di emissione automatizzata saranno tenuti ad adottare misure di garanzia, per impedire l’acquisto da parte di meccanismi automatizzati, identificando quindi l’acquirente.

I compiti di accertamento e intervento spetteranno all’AGCOM, di concerto con l’Autorità garante della concorrenza e del mercato (AGCM) che ha il compito anche di comminare le sanzioni amministrative pecuniarie previste dalla normativa vigente.

Ma il punto nodale della nuova disciplina introdotta dalla legge di bilancio 2019 è che, dal 1° luglio 2019, tutti i biglietti di accesso ad attività di spettacolo che si svolgono in impianti con capienza superiore a 5.000 spettatori dovranno appunto essere nominali, perché l’accesso sarà subordinato al riconoscimento personale, con verifica dell’identità ed annullamento del titolo di ingresso, senza rimborso, se il soggetto che ne fruisce sia diverso dal nominativo dell’acquirente.

Assomusica, che riunisce i più importanti organizzatori e produttori di eventi, si è quindi schierata in prima linea contro questa disciplina, perché secondo la stessa non solo aumenterà i costi, ma disincentivando il pubblico a partecipare ai live, danneggerà il settore, piuttosto che tutelarlo.
Ma sarà di difficilissima applicazione pratica, considerando la notevole affluenza di pubblico che accorre a certo tipo di eventi e la correlativa difficoltà di effettuare i controlli.

Per saperne di più: link.
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Area Sanremo: il bando scade il 21 ottobre

Qualche giorno fa si è tenuta la conferenza stampa di presentazione di Arena Sanremo 2019, il concorso che ogni anno consente a due degli 8 vincitori di accedere alla sezione nuove proposte del Festival di Sanremo.

Noi di dirittodautore.it eravamo presenti.

Il neo presidente della Fondazione Orchestra Sinfonica di Saremo, Livio Emanueli, ha mostrato la propria piena soddisfazione per la commissione esaminatrice, composta da artisti del calibro di Teresa De Sio, Gianni Testa, Petra Magoni, Andi Bluvertigo e presieduta da Vittorio De Scalzi.

Ha sottolineato la gratuità della manifestazione, in tutti i suoi aspetti (bando, ospitalità) e l’importanza delle sessioni di formazione a cui i giovani che accederanno parteciperanno, gestiti dal CPM Music Institute di Milano.

Seppure quest’anno non si terrà la selezione sul territorio, tutte concentrate su Sanremo, la manifestazione che ha un forte brand, grazie alla partnership con la Rai in primis può garantirsi un gancio d’eccellenza con la manifestazione nota in tutto il mondo, quale il Festival della Canzone Italiana che ogni anno muove considerevoli somme di denaro.

Massimo Cotto, direttore artistico, ha sottolineato la diversità rispetto a Saremo giovani. La differenza consiste soprattutto nel fatto che a Saremo Giovani approdano artisti che hanno già un progetto piuttosto definito, una casa discografica, un programma di live, etc.

Per contro Area Sanremo è destinata agli artisti meno “strutturati”, per i quali vuole rappresentare il “sogno americano”, dando una chance a chi merita davvero.

Ha sottolineato che da Area Sanremo sono passati artisti del calibro di Simona Molinari, Renzo Rubino, Noemi e da ultimo Mamood, il vincitore della scorsa edizione del Festival della Canzone Italiana, a dimostrazione della forza e dell’intuito artistico di questa manifestazione che scommette su chi ha talento.

L’idea peraltro non è quella di sfornare artisti “rifiniti”, ma di dare una chance e accompagnare “per qualche metro” il percorso dei partecipanti.

Anche il presidente del CPM, Franco Mussida, si è dimostrato molto soddisfatto del fatto di accostare alla gara dei percorsi di formazione, a sottolineare l’importanza dello studio e dell’applicazione.

Quando si è aperto il dibattito, l’unica istanza di cui ci siamo fatti portatori come dirittodautore.it è stata relativamente ai limiti di età.

Abbiamo sottolineato che costituisce una contraddizione in termini che un concorso che si vuole rappresentare come il “sogno americano” per gli artisti fissi come condicio sine qua non l’età di 36 anni non ancora compiuti, aprendosi invece verso il “basso” agli infraquindicenni, come se il talento maturasse solo all’interno questa ristretta fascia temporale.

In realtà è noto che talvolta è vero l’opposto, perché il talento cresce e si evolve con la persona, ragione per cui anche la legge sul diritto d’autore tutela lo sforzo creativo anche oltre la vita dell’autore e dell’artista.

In ogni caso ci è stato spiegato che sono queste le condizioni fissate dalla Rai, che bisogna rispettare pena la fuoriuscita dal circuito di Saremo, discutibile, ma vero.

Il concorso oltre alla Rai vanta il patrocinio di Nuova Imaie e di SIAE.

C’è tempo fino al 21 ottobre.

Per ulteriori informazioni e scaricare il bando: link.

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Passaparola: era un plagio. Condannata Mediaset

Si tratta della celebre trasmissione, Passaparola, condotta in Italia da Jerry Scotti che tutti ricordano, ma nella versione trasmessa per Telecinco, dove il programma si intitola “Pasapalabra”.

La Corte Suprema spagnola qualche giorno fa ha respinto il ricorso di Mediaset España, titolare del canale e produttrice della trasmissione, con cui era stata impugnata la sentenza del Tribunale provinciale di Madrid.

La vicenda vede Mediaset España che inizialmente aveva acquisito i diritti del format inglese The Alphabet Game sospendere nel 2007 il pagamento delle royalties, affermando che rispetto alla versione originale il programma non avesse più nulla a che vedere, considerata l’introduzione di giochi diversi e prima non contemplati, tra cui quello della ruota.

Il punto è che per i 9 anni di causa Mediaset España ha continuato a mandare in onda il programma, circostanza che oggi l’ha esposta ad una condanna di 15 milioni di euro, oltre alla cessazione da ogni ulteriore trasmissione del format (che vantava già delle puntate registrate) e all’inibizione di ulteriori produzioni identiche o simili, secondo quanto stabilito dalla Corte Suprema spagnola.

Due considerazioni, da specialisti della materia.

La prima. È chiaro che Mediaset España che ha mantenuto un filo di continuità tra la trasmissione legittimamente presa in licenza e quella messa in onda da un certo momento in poi ha implicitamente dato atto che la seconda non era cosa nuova, diversa o creativa.

La seconda. L’introduzione di giochi nuovi e non contemplati nel format inglese, all’interno comunque di uno “schema” uguale al precedente, può voler dire solo una cosa: elaborazione dell’opera originaria, i cui diritti spettano comunque ai titolari della versione originaria.

E’ probabile che (ahimè!) non rivedremo più Passaparola neppure in Italia, che resterà quindi un’immagine vintage, confinata ai ricordi dell’italiano medio.

Per saperne di più: link. 

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Alberto Simone, uno dei 100autori, nominato nel direttivo FERA

L’autore e regista Alberto Simone, membro del Consiglio 100autori, è stato nominato per il secondo mandato consecutivo nel nuovo direttivo FERA (Federazione dei Registi Cinematografici e Televisivi Europei).

Si legge nello statuto di FERA che “il regista è il decisore creativo in un processo di collaborazione artistica e si assume la responsabilità finale della coesione estetica e dell’integrità artistica dell’opera. FERA si impegna a salvaguardare l’artigianato, l’arte e i diritti creativi ed economici del regista come componenti essenziali per la diversità della cultura audiovisiva in Europa e oltre.

Oggi l’impegno è quello di attuare un’integrazione di forze a livello europeo per favorire l’implementazione della Direttiva Copyright.

Alberto Simone ha rinnovato il proposito di portare a livello europeo il tema della difficoltà degli autori del comparto audiovisivo in Italia ad avere la giusta remunerazione e riconoscimento del proprio apporto creativo.
L’obiettivo condiviso da FERA e da 100autori è di sviluppare nuovi standard contrattuali e misure eque di remunerazione da utilizzare nel comparto in tutta Europa.

Per maggiori informazioni: link
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Il pezzotto è duro a morire: è un problema culturale

Una settimana fa è stata trionfalmente annunciato il buon esito dell’operazione “Ecclisse” condotta dalla Guardia di Finanza in Italia in contemporanea con altre 5 nazioni, (e anche noi abbiamo dato risonanza con il nostro articolo) con numeri da capogiro (100 i militari del Nucleo Speciale Frodi Tecnologiche coinvolti, 5 milioni solo in Italia gli utenti “abbonati” ed oltre 700 mila che erano online nel momento in cui è scattato il sequestro).

Ma a pochi giorni da questa operazione si apprende dalle principali testate giornalistiche che il pezzotto non è affatto scomparso, ma è anzi attivissimo.

Si è verificato che parte degli abbonati, evidentemente per nulla impauriti dal rischio di incorrere nelle sanzioni minacciate dalle Autorità, che avevano annunciato di poter risalire con i dati di pagamento a tutti gli utenti, erano nuovamente collegati illegalmente.

Gli utenti infatti sono stati subito dotati di nuovi codici e istruzioni per riattivare il funzionamento del pezzotto.

Pare anzi che il gestore di «Itruststreaming», Iptv illegale che diffonde oltre 5000 canali, attraverso un video caricato su YouTube si sia rivolto direttamente agli abbonati per spiegare come procedere per riprendere la visione delle trasmissioni.

Il timore di perdere “clienti”? la paura di dover rispondere per interruzione di servizio “pubblico”? Oppure solo una sfida alle Autorità?

A parte il carattere stupefacente (oltre che grottesco) di questo intervento su YouTube a tutela degli utenti di un servizio illegale, è chiaro che l’offerta continuerà ad esserci fino a quando non sarà cessata la domanda.

Ma la domanda cesserà a propria volta solo quando si sarà sufficientemente “rafforzata” la cultura del diritto d’autore e dell’impresa che ruota intorno alla diffusione di contenuti creativi (film, serie o programmi tv, musica, etc.) o quanto meno il timore di incorrere in sanzioni.

Si ripete: è illegale fruire di contenuti in streeming senza aver sottoscritto il legittimo abbonamento ed oltre a violare i diritti dei titolari (autori, produttori, attori, etc.), si rischia di incorrere in sanzioni penali.

Una censura morale dovrebbe aggiungersi agendo da deterrente anche considerando che la pirateria alimenta il mercato del malaffare.

Se si sottraggono le giuste risorse economiche al settore artistico-culturale, la creatività che tanto arricchisce, intrattiene e diverte il pubblico si disperde e muore.

Ci si augura quindi che le autorità politiche incrementino i messaggi a tutela e promozione del diritto d’autore presso il pubblico, soprattutto più giovane, perché anche se semplicemente ricondotta nei termini del socialmente accettabile, come ogni altra forma di criminalità, la riduzione del fenomeno della pirateria sarà comunque un “guadagno” per tutti.

Per saperne di più: link. 
#pirateria #pezzotto #serietv #streeming

 

Comune di Milano: continua il progetto “eventi nei quartieri”

E’ ancora possibile partecipare al progetto “Eventi nei Quartieri”, approvato dalla Giunta Comunale di Milano e finalizzato a realizzare eventi che, nei luoghi selezionati, animino la cittadinanza e stimolino il senso di appartenenza al territorio.

Gli eventi possono essere di carattere promozionale, culturale, sportivo, ricreativo.
La presentazione delle richieste non ha limiti temporali.

Per saperne di più: link.
#eventi #artisti #cultura #musica #spettacolo #avvisopubblico #organizzatorieventi

 

Nuovo Imaie: esito bandi lungometraggi e cortometraggi

Con comunicazione del 13 settembre il Nuovo Imaie ha fatto sapere che sarà prorogato al 15 ottobre il termine per la pubblicazione della graduatoria del bando lungometraggi.

Con comunicazione di pari data, in riferimento al bando art. 7 L. 93/92 cortometraggi 2017 l’istituto ha invece stabilito che il termine ultimo per deliberare eventuali progetti subentranti è fissato al 31 dicembre 2019.

Segnaliamo a tutti i nostri lettori di consultare periodicamente la sezione bandi dell’istituto che è costantemente impegnato nell’attività mutualistica a sostegno delle categorie di artisti del settore musica e audiovisivo.

Per saperne di più: link.
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Accordo SIAE – SOUNDREEF – LEA: le precisazioni di SIAE

Come noto, in data 10 aprile 2019 è stato stipulato un accordo tra SIAE, da una parte e LEA-SOUNDREEF, dall’altra, avente l’obiettivo di definire tutte le controversie in essere tra le parti e a prevenire l’insorgerne di ulteriori (leggi il contributo sul tema dell’Avv. Giovanni d’Ammassa).

A seguito del recepimento della Direttiva 2014/26/UE (Direttiva Barnier) sulla liberalizzazione dell’attività di intermediazione dei diritti d’autore, avvenuto in Italia con il Dlgs. n. 35/2017, è stata infatti riconosciuta all’autore la libertà di scelta dell’organismo di gestione collettiva (o dell’entità di gestione indipendente) a cui affidare le proprie opere.

Terminato dopo oltre un secolo il monopolio di SIAE, si è quindi assistito alla nascita di SOUNDREEF che si avvale di LEA (ente non a fini di lucro), nel rispetto della disciplina richiesta dalla legge italiana che prevede organismi di gestione collettiva che non perseguono scopo di lucro (SOUNDREEF è una Limited Company di diritto inglese), per riscuotere i diritti d’autore per conto dei titolari.

Tuttavia da questa riforma che avrebbe dovuto portare effetti benefici immediati nel settore, sono sorte controversie, dubbi interpretativi, scontri, polemiche.
Fino all’accordo del 10 aprile che di fatto apre la via per una disciplina di coordinamento tra i due enti, con l’obbiettivo proprio di rimuovere i dubbi per aventi diritto e/o utilizzatori, per una reale tutela dello sviluppo del mercato dei contenuti culturali.

Ciononostante, SIAE è dovuta intervenire di recente con una nota a precisazione di una comunicazione diffusa da LEA.
Il tema riguarda le esecuzioni live, considerando che il pagamento della licenza SIAE può non essere più esaustivo rispetto al repertorio musicale eseguito.

Ebbene, LEA aveva comunicato che la richiesta di una doppia licenza da parte degli utilizzatori fosse sempre un obbligo, il che avrebbe implicato di default un ovvio incremento dei costi per l’organizzatore dell’evento.

La SIAE ha quindi ritenuto di dovere intervenire a specificare che la doppia licenza non è affatto un automatismo, ma dovrà essere richiesta solo nel caso siano eseguiti sia brani del repertorio tutelato da SIAE, sia quelli del repertorio tutelato da LEA-SOUNDREEF.
Bene, tutto chiaro.

Ma siamo sicuri che il pericolo di un incremento dei costi per l’utilizzatore sia così evitato? Certo, non c’è automatismo, ma l’organizzatore dell’evento dovrà farsi parte diligente nel verificare previamente che gli artisti ingaggiati non eseguano brani estratti da due repertori “concorrenti” onde non correre rischi.

Anzi, essendo suo interesse il contenimento dei costi, potrebbe essere spinto ad interferire nelle scelte artistiche degli esecutori, magari “suggerendo” di scegliere o per l’uno o per l’altro.

Ci si augura poi che i costi della licenza siano allineati, questo soprattutto per fare in modo che gli artisti tutelati dall’una società di gestione collettiva non siano “discriminati” a favore dell’altra, che magari pratichi dei “prezzi” più economici.

Insomma, ci si chiede se davvero l’accordo del 10 aprile abbia risolto tutti i dubbi e, a monte, se la liberalizzazione sia un reale vantaggio per il comparto artistico-culturale.

Per saperne di più: link.


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