Giorgia Crimi

Avvocato, opera nel settore musica e media, collabora con lo Studio legale d'Ammassa & Partners. Legal coach per artisti, cantante jazz, compositrice e autrice musicale.

La lunga strada per il recepimento in Italia della Direttiva Copyright

La Direttiva Copyright è stata approvata già da qualche mese, alcuni paesi europei hanno già recepito nel diritto interno il testo (es. Francia), altri stanno già provvedendo, la scadenza è prevista per giugno 2021.

La Direttiva Copyright ha tra gli obiettivi principali quello di restituire ad equità il vantaggio economico che i giganti del web ad oggi hanno ottenuto dallo sfruttamento di contenuti creativi altrui, in particolare, nel campo dell’editoria.

In Italia il percorso per il recepimento è ancora lungo. Ma è notizia recente che sarà già argomento della prossima legge di delegazione europea presto presentata alle Camere.

Lo ha dichiarato il sottosegretario alla Presidenza del consiglio con delega all’Editoria, Andrea Martella nel corso di un’audizione in commissione al Senato.

Si segnala che guardando alla recentissima esperienza francese il recepimento della direttiva non è detto sia sufficiente a riportare ad equilibrio i rapporti tra i grandi player e gli autori di contenuti creativi, nella specie, nel campo dell’editoria.

Infatti, gli editori italiani sono già impegnati sul campo a prestare solidarietà ai “cugini” francesi dove, a seguito del recepimento della direttiva in ottobre, Google ha proposto un’alternativa secca: continuerà ad indicizzare i loro articoli tramite snippet solo previa rinuncia all’equo compenso di legge, con tutto ciò che comporta in termini di perdita di visibilità sul web delle testate.

Ne abbiamo parlato qui.

Seguiremo gli sviluppi della questione.

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Un plagio “Good control”, l’ultimo successo di Madonna?

Casey Spooner, ex frontman dei Fischerspooner, ha lanciato un’esplicita accusa contro Madonna, imputando all’artista sostanzialmente un plagio contraffazione per non averlo menzionato come coautore con riguardo al brano “God Control”.

Il musicista ha affidato ad Instgram i dettagli delle proprie rimostranze, affermando di avere atteso invano di definire in via transattiva la questione con l’artista.

Spooner riferisce di essere stato contattato dal produttore Mirwais, per il quale avrebbe lavorato ad una versione grezza del brano, destinato ad una produzione solistica di quest’ultimo.

Solo casualmente in un momento successivo avrebbe scoperto che il brano era invece confluito nell’ultimo album di Madonna e che lo stesso era stato attribuito alla paternità della stessa e appunto di Mirwais, senza alcuna menzione del contributo artistico-creativo di Spooner medesimo.

Orbene, seppure sembri inverosimile che si ricorra a questi sotterfugi quando, considerando la notorietà dell’artista, i profitti sono di sicuro interesse e bene potrebbero essere rispettati i diritti di tutti, di fatto il tentativo (spesso riuscito) di estromettere qualcuno dalla titolarità di un’opera creativa, magari dietro il pagamento di una somma di denaro a forfait, è purtroppo un costume piuttosto diffuso che si consuma soprattutto ai danni dei giovani artisti.

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Il colonnello, il poliziotto, il commercialista: indagati dalla Procura di Palermo gli “scrocconi” di quotidiani on line

Sembra una barzelletta, ma non lo è.
Tre distinti signori (un commercialista, che è anche professore universitario e due rappresentanti dello Stato) risultano indagati dalla Procura di Palermo perché avrebbero diffuso illecitamente copie dei principali quotidiani on line.

I materiali protetti in particolare venivano condivisi tramite una chat Telegram, a tutti gli iscritti (oltre 40) ad un gruppo denominato “motociclisti Bmw di Palermo”; l’edicola veniva abusivamente scaricata e quindi inoltrata nella chat.

La Procura si è mossa a seguito di una denuncia del Giornale di Sicilia, storico quotidiano del capoluogo siciliano.

Il meccanismo attraverso cui i tre “pirati” agivano è emerso a seguito del sequestro e dell’analisi delle memorie dei loro cellulari.

Gli stessi, tuttavia, hanno declinato ogni responsabilità, assumendo di essere stati iscritti alla chat “a loro insaputa”, circostanza particolarmente strana considerato che i tre risultavano esserne gli amministratori.
L’indagine sarà ovviamente estesa anche a tutti gli altri iscritti alla chat, che rischiano gravi conseguenze per violazione del diritto d’autore.

Ci si chiede anche in questo caso, considerando soprattutto il ruolo professionale e sociale dei tre indagati, se il problema della pirateria e della violazione on line non sia piuttosto un problema culturale, tale per cui i consociati non risultano sufficientemente sensibili al rispetto dei contenuti creativi altrui.

A parte il caso di cui in discussione, in cui comunque solo una sentenza definitiva di condanna potrà accertare la effettiva responsabilità degli odierni indagati e gli aspetti surreali, in parte divertenti, della vicenda, il tema è infatti molto serio.

Se il legislatore nazionale non interverrà ad educare e formare i cittadini a partire dalle giovani generazioni, così esperte di stories, tag e like, affinché sia realmente introiettato il rispetto dell’opera creativa altrui, non ci sarà mai sanzione che tenga e saremo tutti molto più poveri di adesso.

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Un’interrogazione parlamentare per il ridimensionamento del compenso per copia privata

Il senatore Gianmarco Corbetta (M5S) ha presentato insieme ad altri colleghi un’interrogazione parlamentare al Ministro Franceschini, a fronte del recente insediamento del Comitato Consultivo Permanente sul Diritto d’autore che ha tra gli altri l’obiettivo di rideterminare il compenso per copia privata.

Con questa interrogazione parlamentare il gruppo di parlamentari intende chiedere la drastica riduzione del compenso ed un più “trasparente” meccanismo di aggiornamento periodico dello stesso.

Una breve premessa.
Il diritto a compenso per copia privata è stato introdotto dalla legge n. 93 del 1992 ed è frutto dell’evoluzione tecnologica che ha consentito lo sviluppo massivo delle tecniche di riproduzione di materiali protetti, di fatto ledendo il controllo sull’opera degli aventi diritto.

Costituisce quindi un’attenuazione del diritto esclusivo di autorizzare la riproduzione di una fissazione di fonogrammi o videogrammi, nell’ottica di contemperare in particolare il diritto del consumatore che abbia acquisito legittimamente i supporti con quelli degli aventi diritto (artisti interpreti esecutori, autori e produttori che hanno diritti esclusivi sull’opera e sulla sua fissazione).

Il compenso dovuto ricade sul prezzo di vendita del supporto vergine e degli apparecchi atti alla riproduzione (masterizzatori, registratori, chiavette usb, smartphone, etc.) che a monte è anticipato da coloro che fabbricano o importano apparecchi e supporti per la riproduzione.

I fabbricanti di supporti e apparecchi per la riproduzione versano il compenso alla SIAE, che poi ripartisce il compenso nella misura del 50% agli autori, 25% produttori e 25% artisti interpreti esecutori.

Il Senatore Corbetta sostiene che sia venuto meno il fondamento di questo meccanismo, che si rivela oggi come una sorta di “tassa” destinata senza ragione a gravare ingiustificatamente su tutti i consociati.

Invero, oggi, a distanza di più di 25 anni dall’introduzione, è minima se non inesistente la necessità di compensare autori, artisti e produttori rispetto alla copie private, semplicemente perché non se ne fanno più.

A dire il vero il consumo di contenuti creativi oggi avviene in via smaterializzata, senza la necessità di supporto fisico, vieppiù nella direzione dello streaming piuttosto che del downloading, anche questo sempre più abbandonato.

Non resta che attendere l’evoluzione della questione.

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Ladri di canzoni: il libro sulla storia del plagio in Italia

È stato presentato a Milano un libro di fresca pubblicazione, “Ladri di canzoni”, scritto da Michele Bovi, giornalista RAI e autore che ha realizzato svariate inchieste televisive in tema di diritto d’autore.

L’opera in particolare raccoglie quasi 200 anni di liti giudiziarie che hanno avuto ad oggetto presunte somiglianze o parziali coincidenze tra brani di musica leggera e “canzonette”.

Per saperne di più clicca qui.

Il libro è acquistabile su Amazon a questo link.

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Nuovo Imaie: contributi agli artisti del settore audiovisivo per i provini sostenuti

A partire dal 16 ottobre, Nuovo Imaie ha messo a disposizione di tutti gli artisti del settore audiovisivo un contributo per le spese sostenute per i provini di cinema e fiction.

Beneficiano del rimborso spese tutti gli associati o mandanti Nuovo Imaie che ne facciano richiesta, purché iscritti da almeno 60 giorni dalla data del provino.

Gli stessi dovranno produrre un’autodichiarazione timbrata dalla produzione o dal casting che si è occupato della selezione, oppure, in assenza del timbro, la mail di convocazione, insieme alla ricevuta con l’indicazione della somma da rimborsare.

E’ previsto un contributo di € 100,00 per ciascun provino sostenuto nella località di residenza, di € 180,00 invece per i provini fuori dal luogo di residenza.

Il rimborso spese non è soggetto a ritenuta; con interpello all’Agenzia delle Entrate, Nuovo Imaie chiederà se sia o meno soggetto a tassazione.


Per saperne di più:clicca qui. 
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A Bologna, il Legal Tech Forum 2019

Il 15 novembre, a Bologna si terrà il Legal Tech Forum 2019, una conferenza su tematiche connesse alle tecnologie legali, che riunisce molti autorevoli professionisti del settore.

Di seguito il programma:


MODERATORE: Dott. Arturo Di Corinto
9:00/9:30: registrazione dei partecipanti.

9:30/11:30 – Legal Transformation & Artificial Intelligence
Tommaso Grotto, Kopjra
Dott.ssa Claudia Morelli e Avv. Massimiliano Nicotra, Altalex e Qubit Law Firm
Dott. Nicola Di Molfetta, LC Publishing Group
Avv. Giuseppe Vaciago, Ph.D., LT42
Avv. Giangiacomo Olivi, Dentons
Prof. Pierluigi Perri, Università di Milano
Avv. Paola Barometro e Avv. Ivan Rotunno, Orrick

11:30/ 11:45 – break

11:45/13:45 – Blockchain & Intellectual Property

Prof. Riccardo De Caria, Università di Torino
Avv. Francesco Dagnino, LEXIA Avvocati
Avv. Niccolò Travia, BlockchainEdu
Avv. Pier Paolo Ricci, IBM
Prof. Alessandro Dario Cortesi, Università Cattolica del Sacro Cuore
Avv. Stefano Longhini, Gruppo Mediaset
Avv. Vincenzo Colarocco, Studio Previti

13:45 /14:30 – pausa pranzo

14:30/16:30 – Cyber Security & Digital Forensics

Dott. Stefano Fratepietro, Tesla Consulting
Dott. Hassan Metwalley, Ph.D., Ermes Cyber Security
Dott. Marco Ramilli, Ph.D., Yoroi
Avv. Federico Dettori e Avv. Pietro Buccarelli, GOP
Dott. Gerardo Costabile, DeepCyber
Ing. Emanuele Casadio, Kopjra
Marco Calonzi, MyTutela

16:30/16:45 – break

16:45/18:45 – Legal Design & Data Protection

Prof. Paolo Moro, Università di Padova
Avv. Marco Imperiale, LL.M., LCA Studio Legale
Avv. Savino Menna, LA&P
Avv. Marco Giacomello, MakeMark
Avv. Gabriele Faggioli, P4I
Avv. Valentina Apruzzi, Studio Princivalle, Apruzzi, Danielli
Prof.ssa Monica Palmirani, Università di Bologna

18:45/19:30 – aperitivo di networking

Per maggiori informazioni: link.

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Al via le iscrizioni per l’edizione 2020 del Premio Pierangelo Bertoli

Dopo la finale del 18 ottobre, sono già aperte le iscrizioni al Premio Pierangelo Bertoli 2020, per la sezione Nuovi Cantautori, ovvero interpreti che abbiano scritto o almeno collaborato alla scrittura della parte testuale del brano musicale.

Il costo di iscrizione è di 35,00 euro e posso partecipare gli autori che presentino un brano inedito in lingua italiana o in dialetto (mai pubblicato nel mercato discografico).

Da segnalare che a differenza di altri premi, non ci sono limiti di età.

C’è tempo fino al 20 aprile 2020.

Al vincitore, sarà assegnato un premio in denaro di € 4.000, oltre alla partecipazione in qualità di ospite a manifestazioni di prestigio e programmi televisivi.

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Diritto di seguito. La SIAE pubblica l’elenco degli aventi diritto

Il 30 ottobre 2019, sulla Gazzetta Ufficiale, Serie Generale, n. 255, SIAE ha pubblicato l’elenco degli artisti beneficiari del diritto di seguito che non hanno ancora rivendicato i compensi maturati.

La legge n. 633/1941 riconosce infatti all’autore di un’opera dell’arte figurativa o un manoscritto un compenso calcolato in misura percentuale sul prezzo di vendita sulle transazioni successive alla prima.

Questo diritto dura per tutta la vita dell’autore e per settant’anni dopo la sua morte ed ha ad oggetto manoscritti e opere artistiche figurative che siano considerate opere d’arte.

La SIAE ha tra gli altri l’obbligo di rendere pubblico, anche attraverso il proprio sito istituzionale l’elenco degli aventi diritto che non hanno abbiano ancora rivendicato i compensi.

Decorsi 5 anni dal momento in cui il compenso sia esigibile, la SIAE lo devolverà all’Ente nazionale di previdenza e assistenza per i pittori e scultori, musicisti scrittori ed autori drammatici (ENAP) per i propri fini istituzionali, con gli interessi legali dalla data di percezione delle somme fino a quella del pagamento al netto della provvigione.

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Giornalisti francesi ed italiani coesi contro Google: viola la direttiva copyright

Il 24 ottobre è entrato in vigore in Francia il testo di legge che recepisce la direttiva copyright, quella che contiene la “rivoluzionaria” previsione che obbliga gli aggregatori di notizie a stipulare accordi di licenza con gli editori, affinché parte dei proventi percepiti per l’utilizzo delle pubblicazioni di carattere giornalistico vada agli autori.

Per contro pare che Google abbia rifiutato ogni via di mezzo, offrendo ai media l’alternativa secca di sottoscrivere un consenso alla pubblicazione, con rinuncia ad ogni remunerazione, pena la minimizzazione della visibilità del loro contenuti, ridotti alla semplice enunciazione del titolo dell’articolo.

E’ chiaro che scomparire dal più importante motore di ricerca quale è Google non è una possibilità percorribile per le testate, che su quella visibilità contano.

C’è chi già parla di un abuso di posizione dominante da parte di Google che pretende di continuare ad applicare il proprio modello economico dei contenuti non retribuiti, in spregio della normativa europea.

I giornalisti francesi a cui si sono uniti i colleghi italiani hanno quindi deciso di promuovere un appello per sollevare queste criticità, che rischiano di decretare la morte del giornalismo.

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