Giovanni d'Ammassa

Avvocato con studio in Milano dal 1997, coltiva sin dall'Università lo studio e l’insegnamento del diritto d’autore. Fonda Diritttodautore.it nel 1999. Appassionato chitarrista e runner.

Tra le imprese Internet è caccia all’avvocato

Il titolo potrebbe essere “Avvocati a Silicon Valley”, mutuato dalla celebre serie televisiva ambientata a Los Angeles. Oppure, parafrasando un film altrettanto noto, “Cercasi legali disperamente”. Perché il fenomeno di inizio millennio, in quest’angolo di California “culla” delle più aggressive e progredite imprese tecnologiche dell’intero pianeta, è la corsa per accaparrarsi i più promettenti laureati in legge – proprio come nel romanzo “Il socio” di John Grisham – o per rubare gli “azzeccagarbugli” più esperti ai maggiori studi della zona. Motivo dell’affannosa ricerca: il moltiplicarsi di cause e controversie varie nel pianeta Internet, che costringe tutte le società a correre (preventivamente) ai ripari.
Insomma addio guru dell’information technology, basta rivincita dei nerds: le cosiddette “dot com” – le aziende che operano su o per la Rete – ora si contendono chi magari sa poco di chip o di sistemi operativi, ma molto di leggi, cavilli, ricorsi in tribunale. A lanciare l’allarme è il più istituzionale tra i quotidiani della vicina San Francisco, il Chronicle, che sul tema ha interpellato un bel po’ di studi legali. E la risposta, quasi ovunque, è stata la stessa: “Ci rubano gli associati più bravi, o i giovani più promettenti, per assumerli nelle loro società “. “Sono nel settore da 23 anni – racconta William Anderson, partner di una società di reclutamento di personale – e non ho mai visto niente del genere”. E gli esempi citati dal quotidiano sono numerosi: lo studio di Palo Alto Wilson, Sonsini, Goodrich e Rosati ha perso, nello scorso anno, 100 dei suoi 325 associati, tutti emigrati nel mondo Internet; stessa sorte per le venti defezioni registrate in una società rivale, che di avvocati ne ha visti partire venti. E l’elenco potrebbe continuare.
Dunque, almeno a Silicon Valley, gli avvocati non rischiano davvero di rimanere a spasso. Ma come si spiega questo boom’ Il motivo è da ricercare proprio nell’assenza di regole certe, nella mancanza quasi completa di giurisprudenza sulle questioni che, in un modo o nell’altro, riguardano la Rete. Da qui il moltiplicarsi, negli ultimi mesi, delle cause in tribunale, con le motivazioni più varie: dalla accuse di aver copiato un software per librerie virtuali (Amazon vs. Barnes and Noble) alla violazione dei diritti d’autore (l’associazione discografica americana contro la banca dati Mp3 Napster), passando per le centinaia di cause sui domini comprati o venduti. Per non parlare della madre di tutte le tecno-controversie: il caso governo americano-Microsoft, il cui esito provvisorio, sfavorevole a Bill Gates, ha portato a decine e decine di ricorsi, da parte di piccole “dot com”, contro il colosso di Redmond. Per la gioia dei Silicon-avvocati.

CLAUDIA MORGOGLIONE
Tratto da a Repubblica 9 gennaio 2000

A gennaio 2000 in linea tutti i servizi del sito

A gennaio 2000 finalmente saranno pronti i nostri database per la consultazione on-line delle sentenze e della bibliografia relativa al diritto d’autore. Anche la pagina relativa ai link è stata modificata in quanto ora tutti gli indirizzi web sono contenuti in un database, per gestire al meglio le informazioni.
Infine abbiamo completamente rivisto la grafica, che è stata resa più leggera per consentire un caricamento più veloce delle pagine, e per permettere un immediato accesso ai contenuti.
Il sito verrà inoltre presentato ufficialmente alla stampa.
L’appuntamento è allora per il prossimo gennaio. Non mancate di visitarci!
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Codici e filigrane contro i pirati musicali

ROMA – Codici di identificazione e filigrane digitali. Software che inibiscono la riproduzione dei compact disc e hardware che permettono di leggere solo brani “protetti”. La guerra contro la pirateria musicale si avvicina allo scontro finale. Le grandi società discografiche stanno infatti preparando l’ultima offensiva, che dovrebbe essere lanciata nei prossimi mesi. Presto sul mercato arriveranno prodotti a prova di pirata. Con qualche conseguenza spiacevole: che le grane per chi ascolta musica aumentaranno a dismisura. Potrebbe non essere più possibile, per esempio, portarsi in giro i propri cd o farli girare su altri lettori. E qualcuno potrebbe anche perdere la pazienza e smettere di comprarli.
La prima notizia è che i prossimi masterizzatori della Philips saranno in grado di “timbrare” i cd che registreranno. Questo significa che ogni compact conterrà un codice di identificazione che renderà possibire risalire alla macchina che lo ha duplicato. Le case discografiche (ma anche i produttori di software) che si troveranno tra le mani un cd pirata potranno con facilità individuare chi li ha manomessi. “Non incoraggiamo comportamenti illegali”, ha spiegato Marijke van Hooren, portavoce dell’azienda olandese, per giustificare la scelta.

Ma le novità non sono finite. La Secure Digital Music Initiative, il consorzio delle grandi società discografiche che si occupa di pirateria musicale, sta lavorando in questi mesi a un nuovo standard mondiale per la protezione dei cd. Una tecnologia che si basa su un doppio sistema di “filigrane digitali”. Ogni traccia audio sarà cioè dotata di una “filigrana forte” e di una “debole”. La prima – più difficile da rimuovere – servirà a far girare il cd solo su lettori configurati nel rispetto delle norme concordate dalla Secure Digital Music Initiative. Le seconda – più leggera – avrà invece lo scopo di impedire la compressione e la riproduzione dei file sonori. E così se anche qualcuno riuscisse a trasferire il brano su un computer (magari per trasformarlo in formato mp3, di semplice diffusione su Internet), non potrebbe masterizzarlo e registrarlo su compact disc.

Tutto facile, quindi’ Nemmeno per sogno. Innanzitutto perché anche queste protezioni non sono sicure al cento per cento. Gli hacker sono sempre aggiornatissimi e potrebbero nel giro di poco tempo essere in grado di forzare i lucchetti digitali. Ma anche perché le filigrane non sono completamente “neutre”: incidono cioè sulla qualità del suono e questo potrebbe infastidire non poco i “puristi” dell’ascolto.

C’è poi il problema mp3. I discografici puntano molto su questo formato compresso che permette di vendere la musica direttamente in Rete. Vogliono sicurezza, ma anche una certa facilità di trasmissione. E allora stanno pensando di inserire nei file mp3 solo la filigrana “forte”, lasciando perdere quella “debole”. Con qualche limitazione: si potrebbe concedere infatti a chi acquista musica online di fare al massimo quattro copie di ogni canzone. Ciascuna delle quali potrebbe essere abilitata a funzionare su un solo dispositivo. Questo significa che se uno ha più lettori, dovrà rinunciare a sentire i suoi cd su alcuni di essi.

Ma l’inconveniente maggiore è un altro. E cioè che si rompa l’impianto. In questo caso intere collezioni di dischi diventerebbero inutilizzabili da un giorno all’altro. “Sono tutte questioni a cui dobbiamo prestare attenzione”, ha detto Leonardo Chiariglione, direttore generale della Secure Digital Music Initiative. Che però vuole chiudere la partita in pochissimo tempo.

La questione è molto complicata, come è facile capire. Anche perché le tecnologie di protezione potrebbero creare talmente tante difficoltà agli utenti da generare disaffezione per il prodotto. Un rischio che Richard Doherty, presidente di Envisioneering, una società di ricerche di mercato nel settore discografico, spiega bene: “Mai in passato un tale peso di complessità è stato scaricato sulle spalle dei consumatori. Questa sarà davvero una prova di coraggio”.

Giancarlo Mola – La Repubblica (5 ottobre 1999)

Giro di vite sui diritti d’autore

Il provvedimento, approvato dal Senato, già martedì all’esame di Montecitorio
ROMA ‘ L’autunno dovrebbe portare novità sul fronte della tutela del diritto d’autore. E’ infatti all’ordine del giorno, alla Camera, in Commissione Giustizia, il disegno di legge che rafforza la tutela prevedendo sanzioni più severe per le contraffazioni.
Il provvedimento (atto Camera n. 4953), inoltre, istituisce l’Agenzia per la proprietà intellettuale, presso la presidenza del Consiglio, con il compito di vigilare sull’uso corretto delle opere dell’ingegno. Opere in cui viene ricompreso un settore in espansione, quello del design industriale.
La riforma del diritto d’autore, che attualmente è regolato dalla vecchia legge del 1941, è già stata approvata dal Senato ma il testo è stato ampiamente modificato dalla commissione di Montecitorio è sarà quindi necessaria una terza lettura.
Già martedì, alla ripresa dei lavori in commissione, il Ddl sarà all’ordine del giorno con la possibilità che la sede referente venga trasformata in deliberante come ha chiesto il relatore, il diessino Angelo Altea.
Tra le novità più importanti spicca, secondo la versione introdotta dalla Camera, l’obbligo di versare i diritti d’autore per le fotocopie di libri e anche per le rassegne stampa che enti pubblici e privati commissionano alle società specializzate nel settore della comunicazione. Anche su queste attività di “riproduzione” verranno dunque pagati i diritti. Che finiranno nelle casse della Fieg (la Federazione degli editori), dell’Fnsi (la Federazione della stampa) e delle altre categorie interessate.
Inoltre viene dato un giro di vite alla tutela effettiva del diritto. Il disegno di legge stabilisce ad esempio che è obbligatorio il bollino della Siae sui prodotti (per prevenire le contraffazioni). E che la violazione di questo obbligo costituisce un illecito penale. La questione è stata parecchio discussa e la Corte di cassazione ha dato interpretazioni differenti della legge che regola la materia. In alcuni casi le sentenze dei Supremi giudici hanno ritenuto che senza bollino scatta il reato, in altri invece hanno stabilito che il delitto non c’è perchè la legge è carente delle norme di attuazione sul punto.
In generale la riforma punta sulla lotta alla pirateria. Pertanto le sanzioni penali per chi vìola i diritti d’autore vengono inasprite la legge prevede la pena della reclusione da sei mesi a quattro anni. E soprattutto, altro elemento nuovo rispetto ai testo che era stato licenziato dal Senato, si chiama in causa anche il consumatore: è prevista la sanzione amministrativa di 300mila per chi acquista prodotti contraffatti.
Questa parte del provvedimento è stata però molto criticata dalle associazioni dei consumatori. Intanto le associazioni temono, quanto ad esempio ai libri e alla loro fotocopiatura che si arrivi di fatto a una limitazione della circolazione della cultura. Le nuove norme, inoltre, sono state definite “persecutorie e vessatorie” laddove introducono sanzioni a carico dei consumatori. Non ci saranno problemi per loro, ha replicato Altea, perché la legge prevede appunto l’obbligo del bollino per i prodotti che diventa una garanzia. Insomma, chi compra Cd o cassette pirata sarà sempre consapevole.
Infine quanto ai libri, il disegno di legge stabilisce che non possano essere fotocopiati per piu del 15% ma prevede un regime di favore per le biblioteche pubbliche.
“Il Sole-24 Ore – Venerdì 3 Settembre 1999, N. 240”

Nuovi aggiornamenti

La costruzione e l’aggiornamento del sito proseguono con scadenze giornaliere. Oggi è stata creata la sezione Risorse, che comprende le FAQ, i Link, la Documentazione disponibile per il download e la Mappa del Sito. Per quanto riguarda i Link, sono stati inseriti circa una cinquantina di link sicuramente interessanti, per quanto riguarda invece la Documentazione, per ora sono disponibili solo un paio di documenti.
Infine il sito è stato iscritto a due circuiti giuridici italiani, Italex Network e IusRing.
Webmaster

La Siae sigla il primo accordo per la “licenza multimediale” Via alla cultura on-line Fissate le regole per ‘streaming’, ‘downloading’ web casting”

ROMA – La vicenda evolutiva di Internet, rete nata spontaneamente e cresciuta in maniera anarchica, procede per tappe, in assenze di specifici atti che regolino più ampiamente la materia. Lo scorso 2 agosto è stato compiuto un importante passo verso la protezione delle opere diffuse via Web, primo atto in Europa direttamente rivolto a combattere il fenomeno della pirateria internettiana. La Siae (Società che tutela i diritti di autori ed editori) ha firmato con il Gruppo Editoriale L’Espresso un accordo che riguarda le operazioni rese possibili dalla tecnologia digitale e dalla diffusione della Rete: lo ‘streaming’ (ovvero la diffusione di opere musicali via Web), il ‘downloading’ (la vendita on-line) e il ‘web casting’ (trasmissione di programmi radiofonici via Internet). L’accordo è suddiviso in due parti: la prima come si legge in una nota diffusa dalla Società è riferita alla licenza multimediale della Siae e prevede il pagamento dei diritti d’autore per la diffusione e la vendita di musica da parte dei ‘content provider’ che intendono svolgere attività commerciali di queste genere tramite la Rete. La seconda parte dell’accordo – prosegue la nota – prevede l’autorizzazione da parte della Siae per l’uso degli stessi repertori musicali per attività di ‘web casting’.
Si tratta di un passo significativo per il riconoscimento di Internet quale nuova media; infatti, viene esteso anche alla Rete il sistema di autorizzazioni previsto per l’uso dei repertori da parti delle emittenti televisive e radiofoniche. Secondo il Commissario straordinario della Siae, Mauro Masi, l’accordo dimostra che "il mercato della cultura può svilupparsi su Internet rispettando il diritto d’autore". La nota diffusa dalla Siae precisa che la firma dell’intesa "ha anticipato i tempi in vista delle decisioni della Commissione Europea, con una licenza multimediale e una serie di accordi, che legittimano l’uso in Rete di repertori musicali tutelati dalla Società Italiana degli Autori ed Editori". Va notato che, attraverso la licenza multimediale, viene di fatto incoraggiata l’introduzione di strumenti di controllo della proprietà intellettuale, come i cosiddetti ‘watermark’ (codici di riconoscimento visibili), fornendo quindi un’arma in più alla lotta contro la pirateria informatica. Con l’accordo firmato con la Siae, il Gruppo L’Espresso entra di forza nel mercato della diffusione on-line di opere multimediali, tramite la propria società Kataweb, con prospettive di grande interesse per i consumatori che intendono acquistare prodotti tramite la Rete.
Pierluigi Sandonnini
"Il Corriere delle Telecomunicazioni – Anno III N. 104 09/08/1999"

Primi aggiornamenti

Il testo della legge sul diritto d’autore (633/41) è stato aggiornato a giugno 1997 (D. Lgs. 154 del 26 maggio 1997). Inoltre è stata ampliata la sezione delle Opere Musicali, e inserita la voce La Durata nel menù Il Diritto d’Autore, nella quale si trova lo schema riassuntivo della durata di tutti i diritti d’autore e connessi. Infine è stato inserito il testo nella voce Artisti Interpreti ed Esecutori.

Finalmente in linea!

Le pressioni sono state tante, e così, anche se il sito non è completato in tutte le sue parti, abbiamo deciso di mettere in linea tutto ciò che in questi mesi avevamo già apprestato. E’ un’inizio, anche se piccolo: con il vostro aiuto, a poco a poco completeremo le parti restanti. Scriveteci per qualsiasi suggerimento, per eventuali correzioni da apportare, o solo per darci supporto. Webmaster